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Agcom: Il web e la formazione digitale tra le principali sfide del prossimo mandato

12 Luglio 2019

Ieri è stata presentata la relazione annuale Agcom, l’ultima per il presidente Angelo Marcello Cardani che il 26 luglio terminerà il suo mandato.

Il quadro presentato al Parlamento è ricco di elementi forti. Il settore delle comunicazioni negli ultimi sette anni ha subito una contrazione che ha portato ad una consistente riduzione dei ricavi. In particolare, ha specificato Cardani: “Nelle telecomunicazioni tra il 2011 e il 2018 si sono persi circa un quarto dei ricavi, mentre il settore editoriale ha proseguito una fase di vero e proprio declino strutturale, con un calo generalizzato di valore economico (- 40%), investimenti, occupazione, ricavi”.

Il presidente dell’Agcom, ha sottolineato come la situazione oggi sia completamente cambiata rispetto a sette anni fa. Scenari che nel 2011 sembravano fantascientifici, come l’uso dell’internet of things, dell’intelligenza artificiale, ma anche semplicemente degli smartphone e delle piattaforme di streaming online, oggi sono realtà all’ordine del giorno. E di questo passo, c’è da aspettarsi che il prossimo settennato, con la diffusione del 5G sarà ancora più sfidante per cittadini, autorità e regolatori.

Inoltre, il crollo registrato nel settore delle comunicazioni è avvenuto parallelamente all’ascesa di internet e dei colossi del web che, grazie ai big data, stanno trasformando completamente lo scenario SIC (sistema integrato delle telecomunicazioni).

Per capire l’entità del fenomeno basta guardare i ricavi degli Over the Top “che crescono a doppia cifra da molti anni, avviandosi a valicare, in termini di valore, la soglia dei tre miliardi di euro”. “Attorno a questa crescita di valore c’è – ha proseguito il presidente Cardani – un mutamento di parametro che riguarda le particolari politiche commerciali adottate dalle piattaforme digitali e i rischi del determinarsi di posizioni dominanti sul mercato pubblicitario, anche riguardo alle modalità di raccolta, alle asimmetrie con gli altri protagonisti del mercato, a tutti i possibili nuovi usi dei dati di audience e diffusione, nonché all’utilizzo dei Big Data da parte di questi soggetti”.

In  questo contesto il ruolo degli OTT, come Google e Facebook, sta diventando sempre più preponderante. Dunque, alla luce delle citate considerazioni, secondo Cardani, “sono maturati i presupposti per l’avvio di un analisi del mercato della pubblicità online”.

Del resto, l’utilizzo dei Big Data ha già trasformato la società. “Viviamo oggi, e vivremo sempre più in futuro – ha affermato il presidente – un’epoca di “trasformazione dei dati”. Già oggi possiamo affermare che Facebook ha trasformato in dati le relazioni sociali; Linkedin quelle lavorative; Twitter le opinioni e gli orientamenti; Amazon le propensioni al consumo, i gusti e le capacità di spesa; Google, ragionevolmente, tutto questo, tutto insieme”.

L’Autorità ha dunque manifestato la necessità di fare i conti con il web, lavorando sia sul piano della regolamentazione che su quello della corretta informazione. Infatti, per fare in modo che il progresso tecnologico rappresenti un’occasione di crescita e non di regressione è fondamentale combattere “l’ignoranza digitale” ancora molto diffusa. Infatti, ha ribadito Angelo Cardani, spesso le persone non si rendono conto del valore dei propri dati personali ceduti gratuitamente ai grandi aggregatoti di dati. E, proprio per arginare questo fenomeno, è fondamentale che scuola e governo si impegnino nell’insegnare ai cittadini l’importanza di costruire una propria “identità digitale”, caratterizzata da una piena autonomia di giudizio.

Ludovica Palmieri

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