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Europee, il digitale resta in ombra nei manifesti elettorali

31 Maggio 2024

L’Unione Europea ha recentemente introdotto numerose normative di rilievo, come l’AI Act sull’intelligenza artificiale, ma il digitale rimane un tema marginale nei manifesti elettorali per le elezioni europee dell’8 e 9 giugno.

Dalle normative ormai consolidate come il GDPR (regolamento europeo sulla privacy) ai nuovi Digital Markets Act e Digital Services Act, che mirano a limitare il potere delle grandi aziende tecnologiche, fino all’AI Act, volto a promuovere un uso responsabile dell’intelligenza artificiale, l’UE si è posta come guardiano del mondo digitale. Attraverso queste leggi, pur con alcune contraddizioni e un’efficacia ancora da dimostrare, l’Unione Europea ha cercato di contrastare l’eccessivo potere delle grandi piattaforme digitali. Tuttavia, ci si sarebbe aspettato che le politiche digitali avessero un ruolo di rilievo nei programmi elettorali.

Contrariamente alle aspettative, le proposte digitali nei manifesti elettorali sono spesso confuse, ridotte a semplici dichiarazioni d’intenti o addirittura assenti. Solo in pochi casi hanno ottenuto l’attenzione meritata, considerando l’importanza del digitale in ambito economico, educativo, professionale e burocratico. In generale, i partiti europei di destra tendono a dedicare meno attenzione al digitale rispetto a quelli

di sinistra. Le proposte si concentrano maggiormente sull’intelligenza artificiale, spesso trascurando aspetti fondamentali come la riduzione del divario digitale o l’impatto ambientale delle tecnologie.

Partito popolare europeo

Il Partito Popolare Europeo (PPE), centro-destra di matrice cattolica, ha delineato la sua posizione nel “Position Paper on Digital Policy” del febbraio 2022. Il documento sottolinea l’importanza di creare un ambiente favorevole per le aziende europee, affinché possano prosperare nell’economia digitale. Le politiche digitali devono mirare a rafforzare, armonizzare e completare il Mercato Unico Digitale (DSM). Esempi di azioni in questo senso includono l’abolizione del roaming e la portabilità dei contenuti online.

Per quanto riguarda l’intelligenza artificiale, il PPE riconosce l’importanza dell’AI Act, ma avverte contro un’eccessiva regolamentazione che potrebbe ostacolare la crescita dell’industria UE e scoraggiare gli investimenti. Un altro tema centrale è la difficoltà delle aziende tecnologiche europee a competere con quelle di Stati Uniti e Cina. Il PPE supporta gli obiettivi della Commissione per il 2030, che includono l’uso diffuso di servizi di cloud computing, big data e AI.

Socialisti & democratici

Il gruppo S&D, principale schieramento di sinistra, promuove una “Europa digitale e inclusiva”. Un sondaggio posto agli elettori evidenzia la priorità di regolamentare l’AI. Il programma sottolinea la necessità di un’AI etica, con trasparenza e supervisione umana, e vieta l’AI che possa violare i diritti fondamentali.

Altri punti includono il riconoscimento del diritto alla connessione come diritto fondamentale, l’educazione digitale nelle scuole, l’uguaglianza di genere nelle discipline STEM e la tassazione delle big tech per garantire una società più equa. Sul piano economico, S&D sostiene il potenziamento della competitività europea attraverso investimenti in settori chiave come sanità digitale e cybersicurezza.

Renew Europe

Renew Europe, gruppo liberale, ha pubblicato un documento intitolato “Assicurare l’apertura dell’internet globale”. Il paper sottolinea l’importanza di contrastare la frammentazione della rete globale in piccole internet regionali. Renew sostiene la creazione dell’euro digitale e la regolamentazione delle criptovalute.

In tema di AI, Renew evidenzia i progressi dell’AI Act e la necessità di evitare monopoli delle big tech, per garantire un’AI etica e promuovere l’innovazione.

Verdi europei

I Verdi europei, con una forte attenzione all’impatto ambientale delle tecnologie, promuovono un uso sostenibile della tecnologia. Il loro programma include il diritto alla riparazione dei dispositivi elettronici e la riduzione dei rifiuti tecnologici, per limitare l’inquinamento e sostenere l’economia circolare. L’obiettivo è creare un sistema in cui i dispositivi possano essere facilmente riparati e riciclati.

Conservatori e riformisti europei

Il gruppo ECR, di cui fa parte Fratelli d’Italia, evidenzia nel manifesto la necessità di modernizzare il panorama digitale dell’UE per promuovere innovazione e investimenti in tecnologie avanzate come AI, 5G/6G e computer quantistici. Tuttavia, il digitale rimane un tema secondario rispetto a questioni come l’immigrazione e il Green Deal.

Identità e democrazia

Il gruppo ID, comprendente la Lega di Matteo Salvini, nel manifesto parla solo brevemente della “necessità di proteggere la libertà d’espressione digitale”. Non sono presenti proposte concrete o dichiarazioni d’intenti significative riguardo le politiche digitali.

La sinistra

La Sinistra, che include Rifondazione Comunista e Sinistra Italiana, sostiene una regolamentazione rigorosa dell’AI, vietando pratiche come la sorveglianza biometrica e la polizia predittiva. Propone l’introduzione controllata delle tecnologie digitali in campo educativo e l’attenzione verso i gruppi vulnerabili.

Partiti senza gruppo e minori

Il Movimento 5 Stelle, senza un gruppo parlamentare europeo di riferimento, propone un’innovazione tecnologica volta al benessere sociale, con investimenti in AI per la sanità e la transizione ecologica. Alternativa Popolare e altri partiti minori, come Pace, Terra e Dignità, pongono l’accento su formazione continua e protezione dei posti di lavoro minacciati dalla tecnologia.

In sintesi, nonostante l’importanza crescente del digitale, molte formazioni politiche trattano l’argomento in modo marginale, con poche eccezioni che riconoscono l’urgenza di regolamentare e promuovere un uso responsabile delle nuove tecnologie.

Ludovica Borzise

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