Made in Italy, un argomento sempre più caldo
A Roma si è parlato di contraffazione, promozione e tutela, temi caldi per il “Made in Italy”, al dibattito organizzato da Italia in Testa – Osservatorio Tutela Prodotti Made in Italy in collaborazione con Open Gate Italia, società di consulenza specializzata in public affairs e strategie.
L’Italia rappresenta un’eccellenza e i nostri prodotti, in diversi settori, vanno per la maggiore. In questo contesto più che positivo, con un boom di export che tocca cifre da record – nel 2017 si prevede un giro di 40 miliardi – prolifica anche la criminalità, sotto forma di contraffazione. Ecco allora che, per risolvere ed arginare il problema ieri hanno preso parola importanti rappresentati di aziende ed istituzioni, moderati agilmente da Marco Italiano, di Open Gate Italia, azienda che da più di un anno collabora con l’Osservatorio. Per l’azienda è intervenuto Andrea Morbelli, esperto in relazioni istituzionali, mettendo in luce come il “Made in Italy” sia un tema cruciale proprio per tutti i settori produttivi, tra cui sigarette elettroniche e informatico. Morbelli ha poi sottolineato come il “made in Italy” possa costituire una solida base per progetti condivisi tra pubblico e privato. Di fronte a fenomeni come la crescita esponenziale dell’e-commerce, infatti, occorre fare fronte unico per sviluppare adeguati strumenti di tutela e, nello stesso tempo, per codificare degli standard condivisi che permettano di creare un sistema di rintracciabilità unico per i prodotti, vantaggioso per privati, aziende e, dunque, consumatori, in un mondo sempre più globalizzato.
Del resto, la mission di Italia in Testa è proprio quella di creare, con il supporto di Open Gate Italia, un efficace dialogo tra tutti gli attori chiamati in causa: aziende, consorzi, federazioni, istituzioni, per arrivare a dare anche un messaggio chiaro ai consumatori che “troppo spesso non percepiscono correttamente la gravità del fenomeno della contraffazione” per usare le parole di Anna Luce Licheri, fondatore e presidente dell’Osservatorio. Infatti, oltre a creare ingenti perdite a livello occupazionale ed economico, sia per le aziende sia per l’erario statale, in alcuni settori, come in quello agroalimentare e farmaceutico, la contraffazione rappresenta un pericolo per gli utenti finali immettendo sul mercato prodotti non conformi alla legge.
Tutela, quindi, la parola chiave, per garantire non solo la protezione ma anche la promozione dei prodotti e che, secondo l’Osservatorio Italia in Testa va effettuata in due direzioni parallele, da una parte concentrandosi sul Made in Italy, inteso come trade union di valori: territorio, storia e prodotto finale e, dall’altra, sulla proprietà intellettuale che deve essere garantita a tutte le singole aziende, “fondamentale per anticipare il fenomeno del danno all’impresa”, come ha ribadito anche Antonio Laspina, Direttore del Coordinamento Marketing – ICE.
Il dialogo tra soggetti provenienti da ambiti diversi, si è rivelato molto utile per delineare, in maniera chiara, i possibili ambiti di intervento per il prossimo futuro. A partire dalla necessità, come ha sottolineato il dottor Ponti, di Federalimentare, di implementare la comunicazione, in Italia e all’estero, sulle prerogative dei prodotti italiani così da rendere i consumatori più consapevoli delle loro scelte.
Al di là della situazione italiana da più relatori, come Riccardo Deserti, del Consorzio del Formaggio Parmigiano Reggiano e il Generale Lusi, Comandante dei N.A.S, è stata sollevata la questione dei mercati esteri, dal momento che in molti paesi la contraffazione non è neanche considerata reato e che comunque sussiste la necessità di spingere la tutela oltre la semplice contraffazione. Tutti gli interlocutori hanno espresso, infatti, la necessità di colpire quei fenomeni che pur non soggetti ad alcuna regolamentazione, dunque non sanzionabili, soprattutto all’estero, sono deleteri per la promozione dei prodotti italiani. Primo tra tutti l’Italian Sounding, che sfrutta espedienti legati alla grafica e al packaging per trarre in inganno il consumatore in merito alla provenienza di un prodotto.
Tirando le somme, l’incontro di oggi si è rivelato più che positivo, nella misura in cui ha messo nero su bianco, in un dibattito snello e veloce, numerose questioni da affrontare e approfondire, per tutelare e promuovere al meglio un settore in crescita, che caratterizza il nostro Paese nel mondo e che incentiva la proficua collaborazione di soggetti diversi, accomunati da più di un interesse condiviso.
Ludovica Palmieri