AI: l’ingrediente segreto per la gestione dei Big Data
I Big Data: la moneta del futuro
I big data sono la moneta del futuro, ed anche se il loro valore è già alto, nel giro di pochi anni è destinato a crescere ulteriormente. Si prevede che la crescita sarà proporzionale all’aumentare del loro volume. In particolare, secondo le stime entro soli 5 anni con l’introduzione del 5G e dell’Internet of Things basterà solo mezza giornata per produrre un ammontare di dati pari a quello prodotto fino ad oggi in tutta la storia dell’umanità.
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Di conseguenza, per le aziende davvero interessate a compiere una piena trasformazione digitale è opportuno porre la gestione dei Big Data al primo posto. Per diventare data driven, ovvero guidate dai dati, il più presto possibile e non farsi cogliere impreparate dal cambiamento. Ed il primo passo per affrontare la sfida della digitalizzazione 4.0 è provvedere all’adozione di una struttura Cloud, indispensabile per lavorare sui Big Data.
Considerando che le informazioni in rete sono eterogenee e provenienti da fonti diverse è fondamentale dotarsi di uno strumento in grado di organizzarle e sistematizzarle. Il cloud rappresenta la risposta a queste esigenze, uno strumento in grado di confrontare i dati ed elaborarli, al fine di gestirli in maniera profittevole, insomma, in grado di dare un senso ed un significato a questa enorme massa di informazioni.
La seconda generazione del Cloud
Tuttavia, neppure il Cloud è immune da rischi di attacchi cyber, anche perché, se fino a ieri rappresentava una realtà di nicchia, pressoché sconosciuta ai più; oggi oltre cinquemila aziende hanno iniziato ad adoperarlo. Del resto, era prevedibile che con l’aumento dell’uso dei Big Data nei processi decisionali crescessero anche le minacce alla sicurezza dei sistemi.
Dunque, se il problema principale nella “prima generazione” del cloud, era quello di diffonderlo e farne capire l’utilità; oggi “la seconda generazione” deve occuparsi di garantire innanzitutto la sicurezza e la privacy degli utenti.
Ebbene l’automazione, è stata la risposta a queste problematiche. L’introduzione delle tecnologie legate all’Intelligenza Artificiale nella gestione dei Big Data, infatti, ha reso possibile ottimizzare le performance dei sistemi cloud, sia in termini di efficienza che di sicurezza.
AI non solo più sicurezza, ma anche migliore qualità del lavoro
Ma c’è di più, perché l’introduzione dell intelligenza artificiale nei sistemi cloud, non determina solo l’aumento dei livelli di cyber security, ma anche un netto miglioramento della qualità del lavoro per i dipendenti delle aziende.
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Al di là dei luoghi comuni, le nuove tecnologie non “ruberanno” posti di lavoro. Al contrario, l’automazione, riguardando esclusivamente le mansioni più ripetitive ed alienanti, aumenterà la qualità del lavoro degli impiegati, lasciando agli esseri umani le attività più stimolanti e creative.
Le molteplici possibilità del Cloud
Infine, un altro vantaggio dei sistemi cloud è la loro versatilità, caratteristica che aumenta in maniera esponenziale quando vengono integrati con sistemi di Intelligenza Artificiale. La combinazione di queste due tecnologie da vita a una combo che si rivela ideale per gestire le attività più diverse.
L’Italia può già vantare aziende all’avanguardia nella gestione dei Big Data, come Ferrari e Banca Intesa; ma anche la Pubblica Amministrazione sta dimostrando una grande attenzione, sotto diversi aspetti, per i sistemi cloud e il tema della digitalizzazione.
Tra i progetti in corso, nell’ambito della PA, vi è il Training, Reorganizing, Evaluating, Enabling for Natural Birth (Tree4Nb), che pone le nuove tecnologie, come Big Data Analytics, intelligenza artificiale e mobile app, a servizio della sanità per migliorare l’efficienza dei percorsi ostetrici. In particolare, il progetto, attraverso l’applicazione delle nuove tecnologie in campo medico, intende ridurre il numero di parti cesarei e, dunque, la spesa sanitaria nazionale.
Anche le aziende private, grazie ai Big Data, portano avanti progetti di pubblica utilità. Attualmente, la società di ingegneria Ets, di Latina, con sede anche a Milano, sta sviluppando il progetto Archita che consente di effettuare, in tempi rapidi e in modalità poco invasive, una diagnosi intelligente e completa dello stato generale di tunnel e gallerie ferroviarie. Le nuove possibilità di gestione ed elaborazione dei big data permettono di mettere a fattor comune una serie di informazioni eterogenee provenienti da varie tecnologie e di ottimizzare la manutenzione e la progettazione delle infrastrutture, accorciando i tempi dei lavori ed aumentando la sicurezza degli utenti.
Ludovica Palmieri