Cloud senza barriere. L’interoperabilità delle licenze nel mercato del cloud
Open Gate Italia insieme a CISPE, Assintel, rappresentanti istituzionali ed esperti del settore, discute gli ostacoli ed abusi che possono impedire agli utilizzatori del Cloud di operare liberamente.
Si è tenuto presso Palazzo Ferrajoli di Piazza Colonna l’evento “Cloud senza barriere. L’interoperabilità delle licenze nel mercato del cloud” organizzato da Open Gate Italia in collaborazione con CISPE – Associazione di categoria per i fornitori di servizi cloud in Europa – e Assintel – Associazione nazionale di riferimento delle imprese ICT e Digitali di Confcommercio Imprese per l’Italia.
Nel corso dell’incontro, rappresentanti istituzionali ed esperti del settore si sono confrontati sui temi relativi alle pratiche anti-competitive nel quadro dell’interoperabilità delle licenze software, in un contesto normativo in evoluzione.
L’obiettivo è stato quello di accrescere la consapevolezza sul fenomeno del lock-in, che crea una dipendenza economica impropria tra il cliente e il fornitore di servizi, rendendo difficile per il primo acquistare servizi simili da un altro fornitore a costi contenuti. Difficoltà che ha conseguenze negative per l’intera filiera e, soprattutto, per le PMI che faticano a contrastare tali pratiche.
I fornitori di servizi cloud giocano un ruolo importante nella digitalizzazione delle imprese e delle amministrazioni pubbliche. Dunque, per promuovere lo sviluppo dell’industria del cloud, è necessario prestare attenzione al software che accompagna il cloud, identificato come sua forza trainante. Tuttavia, alcune aziende di software legacy limitano la scelta dei servizi con termini di licenza ambigui, rischiando di ostacolare la trasformazione digitale delle imprese.
L’evento, durante il quale è stato presentato un documento che raccoglie contributi e riflessioni sul tema elaborati da autorevoli conoscitori dello stesso, è stato l’occasione per ragionare sui contorni normativi del mercato delle licenze e del cloud e le sue possibili evoluzioni, stabilendo le priorità per un mercato equo e trasparente.
Nel complesso, l’incontro “Cloud senza barriere. L’interoperabilità delle licenze nel mercato del cloud”, suddiviso in due fasi, “Presentazione del documento” e “L’applicazione del DDL Concorrenza e gli impatti sulle imprese e sulle PA: Intervento del Parlamento”, moderate rispettivamente da Andrea Morbelli – Partner e Head of Public Affairs, Open Gate Italia e Massimo Micucci – Public Affairs e Comunicazione, Open Gate Italia ed introdotto da Laura Rovizzi: AD Open Gate Italia e Vice Direttore Master in Relazioni Istituzionali e regolazione dei mercati, Università LUMSA, è stato un importante momento di crescita, grazie ai preziosi contributi dei relatori che hanno preso parte ai lavori: Francisco Mingorance – Segretario Generale, CISPE; Paola Generali – Presidente, Assintel; Francesco Andriani – Presidente, AssoRTD; Lorenzo Principali – Direttore Area Digitale, I-COM; Giovanni Cazora – Docente, LUMSA; Guido Scorza – Intervento del Garante Privacy; Laura Cavandoli – Deputata (Lega), Membro VI Commissione Finanze; Giulia Pastorella – Deputata (AZ/IV), Membro IX Commissione Trasporti;
In particolare, tra le altre, si segnalano le dichiarazioni di:
Paola Generali, presidente di Assintel:
“Una concorrenza sleale causa un blocco al processo di digitalizzazione e, quindi, al mercato. Quando un’azienda inizia un percorso con un player sleale, in caso di problemi, si rende conto delle difficoltà di cambiare operatore, poiché il primo nega l’interoperabilità del dato. La questione, con il tempo, si amplificherà, perché in Europa si lavora proprio per l’interoperabilità dei dati. Noi operatori, in qualità di rappresentanti delle PMI, ci siamo trovati in situazioni in cui le aziende erano impossibilitate a cambiare gestore, a meno di non spendere cifre elevatissime. Questo ovviamente comporta una perdita economica enorme, dal momento che le aziende, impossibilitate a cambiare, rimangono in uno stato di minor efficienza, provocando un generale impoverimento del mercato. La mancanza della concorrenza, dunque, si ripercuote su domanda e offerta. Per assicurare il rispetto della concorrenza, dato che le norme ci sono, è necessario rafforzare i controlli. In altre parole, occorre mettere in pratica la normativa, definendo le regole ed assicurandosi che vengano effettivamente rispettate.”
Francesco Andriani, presidente di AssoRTD:
“Le pratiche anti competitive e anticoncorrenziali che hanno ad oggetto le licenze software, in ambito di pubblica amministrazione, creano importanti problemi di carattere economico-finanziario e minano la fiducia da parte dei decisori politico-istituzionali verso il Cloud ed il mondo dell’ICT più in generale. Sicuramente l’approvazione del “Regolamento del Parlamento Europeo e del Consiglio relativo a mercati equi e contendibili nel settore digitale (legge sui mercati digitali)” ovvero Reg.(UE) 2022/1925 del 14 settembre 2022, cogente da inizio maggio 2023 è una svolta importante: regola di fatto il mercato sia degli utenti privati che commerciali rispetto alla tendenza allo strapotere incondizionato di molti dei cosiddetti “Gatekeeper”, ma non bisogna abbassare la guardia e continuare a vigilare sul fenomeno”
Giulia Pastorella – Deputata (AZ/IV), Membro IX Commissione Trasportiha concluso:
“Il tema mi tocca personalmente perché vengo dal mondo Cloud, chiaramente, ora che sono dal lato del legislatore mi rendo maggiormente conto della complessità della materia. Anche il pubblico, inteso come PA, PMI e utenti finali, sta iniziando a percepire la profondità della questione che coinvolge diversi player. Il ruolo della politica, in questo contesto, è di assicurare, da una parte, una regolamentazione chiara, intervenendo sul Data Act che, al momento, cercando di raccogliere e regolare tutti gli aspetti rimasti fuori dalle normative europee e dal DMA, è alquanto confuso. Dall’altra, ritengo che il Governo debba occuparsi di un aspetto più politico e meno legislativo: di assicurare un accesso al mercato equo per tutti. Ovvero: non bisogna confondere il concetto di una concorrenza leale con quello di un favoreggiamento del made in Italy. Penso che il mercato, e anche il cloud, debbano diventare davvero equi e trasparenti, assicurando a tutte le imprese, italiane e non, le stesse possibilità, senza lasciare che ci si possa nascondere dietro la definizione di standard minimi per favorire un made in Italy non sempre positivo per i consumatori. Nella mia ottica, aiutare le PMI italiane significa garantire la trasparenza e l’apertura dei mercati, non favorirle, perché tutte le aziende devono stare sullo stesso livello. Solo così aiuteremo davvero le PMI italiane a crescere e a diventare competitive anche sui mercati internazionali.”
Qui il link per rivedere l’intero convegno.






