Digital Broadcasting 2.0: in arrivo un nuovo cambiamento per la televisione italiana
Con l’arrivo del 5G anche i broadcaster si preparano a cambiare frequenze.
Al via il count down per lo Switch-Off 2022
Dopo il passaggio dalla televisione analogica a quella digitale nel 2012, per la televisione si sta per aprire un nuovo capitolo: il passaggio al Digital Broadcasting 2.0.
Del resto, la storia dell’audiovisivo è stata sempre caratterizzata da forti cambiamenti. Il passaggio dal muto al sonoro, dal bianco e nero al colore, dalla rete unica a quella multicanale. Così, il Dvb T2 mantiene e potenzia i vantaggi del primo digitale terrestre.
Lo Switch-Off e la rivoluzione del 5G
Questo cambiamento, si colloca nel contesto di una trasformazione più ampia che riguarda l’intera società: l’arrivo del 5G. Non solo le televisioni, il mondo TLC, ma anche l’industria, la mobilità e il modo di vivere le proprie abitazioni, tutto sta per cambiare. E come già avvenuto in altri Paesi Europei, lo Switch-Off del 2022 nasce proprio dall’esigenza di liberare alcune frequenze (a 700 MHz) finora dedicate alle TV, per consentire il lancio delle reti mobili a banda larga 5G.
L’Italia, con il piano dello Switch-Off, risponde alle direttive della Commissione Europea, secondo cui il passaggio ai nuovi standard televisivi inizierà nel 2020, per terminare entro il 30 Giugno 2022. Il MISE ha già segnato le tappe, regione per regione del graduale passaggio.
Il nuovo standard DVB T2 consentirà alle emittenti di trasmettere i medesimi canali su una minore quantità di frequenze e di banda, aumentando la qualità e la definizione della trasmissione. Nello stesso tempo, questo passaggio comporterà una ridistribuzione del consumo degli utenti su più piattaforme. La trasmissione di contenuti televisivi attraverso internet avrà più spazio grazie alla diffusione delle reti in fibra, la cui offerta sarà fruibile anche tramite smart TV.
Cosa dovranno fare gli utenti?
E se l’offerta di contenuti in termini di canali e programmi rimarrà sostanzialmente invariata, il passaggio al DVB T2 sarà invece caratterizzato dalla necessità di un adeguamento tecnico. Infatti, per sintonizzarsi sulle nuove frequenze serviranno televisori in grado di supportare lo standard di compressione Hevc MPEG-4, tecnologia di codifica audio-video già utilizzata per i programmi in 4K-UHD. Ma niente paura, perché si tratta di una tecnologia già diffusa nel nostro Paese. Da gennaio 2017, infatti, vige l’obbligo per i negozianti di vendere esclusivamente televisori compatibili con il DVB-T2 o abbinati ad un decoder e il risultato è che almeno il 25% dei televisori nelle case italiane è già compatibile con la nuova tecnologia. In più, per verificare la compatibilità del proprio dispositivo con i nuovi standard basta sintonizzarlo su un canale in HD, cha già utilizza la tecnologia Hevc MPEG-4.
Pertanto, il Governo ha previsto un fondo di circa 151 milioni di euro al fine di supportare la popolazione nell’adeguamento ai nuovi standard. Il MISE intende rendere operativi i buoni entro novembre 2019. Tali bonus, destinati ai cittadini con reddito Isee I e II fascia, saranno erogati sotto forma di sconto esercitato dagli esercenti sui dispositivi in vendita.
Ludovica Palmieri