Indagine conoscitiva della Camera in merito alla transizione verso il 5G ed alla gestione dei big-data.
PILLOLA_OGI_#34 L’audizione della DG Connect Commissione Europea
Relatore: Roberto Viola DG Connect Commissione Europea Introduzione
L’indice DESI
L’indice DESI misura l’andamento dell’economia digitale in Europa per ciascun Stato membro. L’indice rivela che l’Italia, nonostante i progressi in ambito digital, si colloca al ventiquattresimo posto della classifica assieme alla Germania. Dimostrando che i due Paesi più industrializzati d’Europa, la Germania e l’Italia, non sono adeguatamente attrezzati per affrontare la trasformazione digitale.
Il Digitale in Europa
A livello digitale, i primi in classifica sono i Paesi del Nord Europa. Seguiti da un gruppo di Paesi che, sebbene comprenda le economie più avanzate del continente, fatica ad affrontare le sfide imposte dal Digitale. I motivi, per cui anche l’Italia presenta delle difficoltà, derivano dalle strutture produttive; dall’intensità degli investimenti; dalla forza lavoro e, soprattutto, dal sistema formativo.
Il digitale è stata una grande priorità per la Commissione Juncker e sarà una delle grandi priorità per la prossima Commissione europea.
L’indice DESI in Italia
L’indice DESI Italiano si occupa di 5G e misura i progressi realizzati nella connettività fissa e mobile del Paese. A tal proposito, quest’anno è stato introdotto un nuovo parametro: «Preparazione al 5G», in cui l’Italia risulta la seconda in Europa. Un pieno riconoscimento alle autorità italiane che hanno seguito lo sviluppo del 5G.
Negli ultimi cinque anni il Paese ha fatto un salto in avanti notevole. Nel 2014, l’indice di connettività italiano era di circa venti su cento, mentre, nel 2019,è arrivato a sessanta/100, raggiungendo la media europea. Un risultato che è stato possibile grazie al lavoro di Istituzioni, Parlamento e Governi in collaborazione con l’Europa e grazie ai grandi investimenti del Fondo strutturale europeo nella larga banda italiana.
Fibra Ottica
Per quanto riguarda la fibra ottica, che consente la connettività ad altissima velocità, l’Italia si colloca al ventisettesimo posto su ventotto; penalizzata dalla scarsa adozione della banda ad oltre 100 megabyte di connessione. A riguardo è necessario completare il lavoro iniziato negli anni scorsi.
Gli interventi nelle «aree grigie»
In una nazione si distinguono tre tipologie di area in base alla connettività. Le aree bianche «a fallimento del mercato», in cui l’Italia è intervenuta. Le aree grigie che, pur avendo le infrastrutture, presentano problemi di connettività nella larghissima banda; e le aree nere dove sussiste un regime di concorrenza.
La seconda fase del piano a larga banda prevede interventi nelle «aree grigie». L’Italia deve notificare in Europa gli interventi in queste aree, dal momento che rappresentano il maggiore ostacolo allo sviluppo digitale del Paese.
Il 5G
Per i consumatori l’Italia è il sesto Paese meno caro in Europa. E nell’ambito della banda larga mobile i benefici per gli utenti sono ancora maggiori grazie alla presenza di numerosi player TLC.
Il 5G è il fiore all’occhiello delle TLC italiane. E l’interesse suscitato a livello internazionale dall’asta organizzata dal Governo lo ha dimostrato. I grandi investimenti realizzati dagli operatori internazionali indicano l’interesse per il mercato italiano. Il 5G, grazie alle connessioni a basso costo, rappresenta l’opportunità per accelerare il processo di copertura in tutto il Paese.
«Connecting Europe Facility»
Il 5G permetterà di ottimizzare i flussi di traffico. Gli assi autostradali sono uno dei grandi progetti europei, (corridoi 5G), che poi si estenderà anche ai corridoi ferroviari e ai passaggi marittimi. L’idea è quella di digitalizzare tutti i grandi assi di trasporto europei e di favorire le connessioni transfrontaliere.
Il programma «Connecting Europe Facility» (CEF) in Europa sta finanziando i grandi assi stradali e ferroviari: ponti, ferrovie, autostrade, tunnel e anche elettrodotti. In futuro, il programma finanzierà i grandi assi digitali di comunicazione.
In questo contesto la Commissione sta finanziando il progetto CARMEN che riguarda la digitalizzazione, tramite introduzione del 5G, dell’autostrada del Brennero e di quella che unisce Monaco di Baviera a Bologna. Anche il consorzio a guida italiana sta sperimentando alcune tecnologie 5G, che poi verranno inserite nel programma «Connecting Europe Facility».
Tutto questo dimostra che il 5G è motore di cambiamento e di innovazione per l’industria e per il trasporto.
Sicurezza e 5G
In tema di Security, la Commissione europea ha stabilito che gli Stati membri devono sviluppare insieme un quadro di valutazione dei rischi connessi all’utilizzo delle tecnologie 5G, comprensivo dei rimedi a fronte dei rischi identificati.
Il gruppo di lavoro istituzionale per l’implementazione della cyber-security ha già prodotto un primo rapporto, secondo cui i rischi legati al 5G riguardano il «core» della rete. I principali “nemici” della cyber security sono la criminalità organizzata, gruppi terroristici o altre entità non europee che mirano allo spionaggio industriale o ad un attacco informatico volto a destabilizzare l’Europa.
Un altro rischio individuato dal gruppo di lavoro è quello della dipendenza tecnologica che sussiste quando si ha un solo o un numero limitato di fornitori.
La fase di mitigazione del rischio prevede delle raccomandazioni su come arginare tali minacce.
Codice europeo delle comunicazioni elettroniche
Entro il 31 dicembre 2020 il Parlamento italiano dovrà assimilare il Codice europeo delle comunicazioni elettroniche.
Il Codice prevede
- l’accesso universale alla banda larga per tutti i cittadini;
- il miglioramento dei servizi di emergenza e di localizzazione degli utenti;
- i contratti che legano gli utenti agli operatori di telecomunicazioni; le nuove tecnologie.
Big Data
Per quanto concerne l’utilizzazione dei Big Data l’Italia è ancora indietro rispetto al resto d’Europa. In molte aziende mancano le competenze digitali necessarie per sfruttarne a pieno il potenziale. Invece, l’uso del cloud da parte delle aziende italiane è molto diffuso e rientra nella media europea. Anche l’uso della fatturazione elettronica, grazie agli interventi normativi, è molto diffuso.
Sull’utilizzo dei big data c’è invece molto lavoro da fare.
I dati aperti
Tutti i sistemi pubblici e le Pubbliche Amministrazioni generano dati classificati come dati aperti. La Commissione Europea ha adottato in aprile 2019 la nuova direttiva sui dati aperti, che dovrà essere trasposta nell’ordinamento italiano. Questa direttiva prevede l’obbligo per le amministrazioni di fornire a chiunque lo richieda, soprattutto alle PMI, i dati in tempo reale. Inoltre, la direttiva prevede l’utilizzo di questi dati negli algoritmi dell’intelligenza artificiale.
«Regolamento per lo scambio di dati e il comportamento fra imprese e piattaforme»
Il «Regolamento per lo scambio di dati e il comportamento fra imprese e piattaforme» fa chiarezza e trasparenza nei rapporti tra imprese e piattaforme. Poiché di matrice comunitaria non richiede la trasposizione ma solo l’individuazione dell’autorità di riferimento.
Regolamento sull’intelligenza artificiale
La Commissione adotterà un regolamento sull’intelligenza artificiale nei primi cento giorni di lavoro. Si tratta del primo regolamento, a livello globale, che affronta questo tema.
A riguardo i Parlamenti Nazionali dovranno ascoltare le opinioni di imprese e i cittadini, come garantito dal Trattato di Lisbona. Gli Stati membri UE hanno sottoscritto il Piano congiunto sull’implementazione dell’intelligenza artificiale. E l’adozione di una Strategia nazionale per l’intelligenza artificiale ne rappresenta un punto centrale.
L’Italia è in procinto di adottare una Strategia sull’intelligenza artificiale anche per incentivare le imprese ad adottare questa tecnologia. Il nostro Paese è pole position nello sviluppo dell’AI, grazie al tessuto accademico di primissimo livello. In più, l’Italia è stata lungimirante nel proporsi come partner europeo per la costruzione di un super-calcolatore a Bologna, un investimento fondamentale per far crescere tutta l’Unione. Il super-calcolatore consentirà di creare ecosistemi innovativi in moltissimi ambiti.
Domande
Morelli – Lega:
Il 5G è composto da una serie di importanti innovazioni. L’UE è favorevole alla creazione di un cloud di Stato in Germania? Sul tema della cyber sicurezza, per la gestione dei rapporti tra le superpotenze digitali, Cina e Stati Uniti, non sarebbe utile una presa di posizione a livello europeo? Anche perché l’Italia sembra la più propensa a mettere limitazioni alla tecnologia cinese. In caso ci sarebbero ripercussioni economiche, geopolitiche e di rapporti internazionali, che sarebbe meglio gestire a livello comunitario.
Zanella – FI:
Quali tra le autorità italiane fanno parte del gruppo di lavoro per la cyber-security? I provvedimenti appena presi dal Parlamento sul tema della sicurezza saranno influenzati dalla direttiva europea sulla cyber-security?
Bossio – PD:
Gli over the top rappresentano una minaccia per la crescita, nessuna azienda o europea può competere con la loro offerta commerciale. Rispetto allo sviluppo del 5G, solo l’Italia si preoccupa di distinguere in materia di forniture tra aziende Europee e non?
Risposte
Il Cloud Europeo
A proposito di un cloud tedesco, secondo il direttore Viola, la questione è piuttosto se l’Europa debba dotarsi, come gli Stati Uniti e la Cina, di una propria struttura che sia sotto il suo controllo giurisdizionale anche per i servizi cloud.
La Germania ha federato una serie di imprese tedesche che offrono questi servizi offrendo a tutti i partner europei la possibilità di collaborare. Per la Commissione Europea è positivo che l’Europa si doti di una maggiore autonomia per quanto riguarda la gestione dei dati e dei servizi cloud. Per questo sono disponibili a livello comunitario una serie di strumenti per il supporto alle grandi infrastrutture. E potrebbe disporne chiunque volesse aggregare un’offerta cloud europea, nel rispetto delle regole di concorrenza e delle regole sul commercio internazionale.
La Sicurezza
Per quanto riguarda il tema della sicurezza, esiste un rischio sensibile legato ad alcuni elementi della rete 5G che può derivare anche da attori statali. Il gruppo di lavoro Europeo sta individuando i rischi potenziali per elaborare i relativi rimedi. Le decisioni di rilevanza e di interesse nazionale verranno prese dagli Stati membri in un approccio coordinato, basato sull’analisi obiettiva dei rischi pubblicata a dicembre e sull’analisi dei possibili rimedi.
Golden Power
Le autorità che rilasciano autorizzazioni per l’utilizzo delle frequenze hanno tutta la strumentazione per poter imporre le adeguate misure di sicurezza delle reti. Nell’ordinamento italiano esistono altri strumenti oltre il Golden Power.
Normativa EU e OTT
Per quanto riguarda Stati particolari EU/non EU, la Commissione fa un lavoro obiettivo che guarda ai rischi e agli attori, e non solo ai nomi delle aziende. Questioni che riguardano l’aspetto normativo in taluni Stati fuori l’UE suscitano ancora preoccupazione.
Le autorità italiane e la cyber-security
Le autorità italiane del gruppo NIS, che implementa la direttiva sulla cyber-security, sono il MISE e il Dipartimento per i servizi sicurezza della Presidenza del Consiglio. Queste sono le due autorità che si interfacciano con l’Europa per quanto riguarda l’analisi dei rischi sul 5G.
Gaetano Pellegrino