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Indagine conoscitiva della Camera in merito alla transizione verso il 5G ed alla gestione dei big-data.

4 Febbraio 2020

PILLOLA_OGI_#35 L’audizione del MISE | TERZA PARTE

Relatore: On. Mirella Liuzzi Sottosegretaria di Stato per lo sviluppo economico.

Il monitoraggio delle reti in relazione all’elettromagnetismo.

L’architettura della rete 5G è basata su antenne adattative. L’emissione viene, dunque, irradiata in base al numero di utenze da servire, della loro posizione e del tipo di servizio da erogare.

La protezione della popolazione dall’esposizione ai campi elettromagnetici è affidata alla Raccomandazione del Consiglio europeo del 12 luglio 1999. Tale documento deriva da quello dell’organismo internazionale di esperti ICNIRP del 1998, volto a determinare i fattori di sicurezza rispetto ai valori soglia, oltre i quali detti effetti sono stati osservati. Le linee guida dell’ICNIRP (ente riconosciuto dall’Organizzazione mondiale della sanità) per la valutazione dell’esposizione ai campi elettromagnetici sulla popolazione, rappresentano il massimo riferimento a livello mondiale del settore e sono considerate la base normativa di molti Paesi europei ed extraeuropei. Tuttavia, il documento è stato rivisto nel 2018, dopo un lungo lavoro di rassegna e valutazione della letteratura internazionale, intervenuta nei vent’anni successivi.

Le linee guida in Italia sull’inquinamento elettromagnetico

L’Italia e alcuni Stati membri hanno deciso di adottare linee più restrittive, rispetto ai valori applicati nella maggior parte dei Paesi europei, atteso che il tetto massimo attuale in Italia oggi è 6 V/metro.

Il nostro Paese è stato fra i primi al mondo a dotarsi di una normativa in materia di radioprotezione. Gli uffici del MISE, in collaborazione con la Fondazione Ugo Bordoni, hanno il compito di monitorare le sperimentazioni 5G attualmente in corso.

Tali attività, svolte in collaborazione con tutti i soggetti pubblici coinvolti, nazionali e locali, hanno lo scopo di valutare e monitorare le aree interessate dalla sperimentazione 5G. Ogni sei mesi vengono effettuate ispezioni per verificare sul campo lo stato di realizzazione dei progetti e l’impatto elettromagnetico degli stessi, per effettuare, in caso di necessità, un adeguamento della normativa vigente.

Lo scorso 30 ottobre Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, MISE, Fondazione Ugo Bordoni, Ministero della salute, ISPRA e Istituto superiore di sanità si sono riuniti per approfondire e rivedere la definizione dei valori limite. All’unanimità è emerso che, al momento, non è necessario modificare gli attuali limiti di emissione.

Domande della Commissione

Mulé – FI:

Con riferimento all’inquinamento da campi elettromagnetici, in caso di vuoto normativo, o in assenza di una determinazione precisa sull’installazione delle antenne si rischia di non poter arrivare all’ultimo miglio. Il MISE sta predisponendo uno schema valido per tutto il Paese? Sorprende la decisione di non rivedere i limiti di emissione. La media europea dovrebbe oscillare intorno al 50 e in America è 61; noi siamo al 6. Non si reputa opportuno un innalzamento di questi limiti, quantomeno per le zone urbane a 12V/m rispetto ai 6V/m attuali, per dispiegare meglio le reti 5G?

Grippa – M5S e Capitanio – Lega:

In che modo il Governo affronterà la questione dei limiti elettromagnetici. Verranno Rivisti? Interlocutori qualificati (come il Politecnico di Milano) forniscono dati rassicuranti e cambiarli ci renderebbe più competitivi al livello globale ed Europeo.

Risposte:

I limiti elettromagnetici italiani non pongono alcun problema in materia di sicurezza. E dato che sono molto bassi rispetto al resto di Europa, in caso di necessità, sussistono margini di modifica.

Gaetano Pellegrino

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