Indagine conoscitiva della Camera in merito alla transizione verso il 5G ed alla gestione dei big-data. PILLOLA_OGI_#24_L’AUDIZIONE AGID
PILLOLA_OGI_#24_ L’AUDIZIONE AGID – Agenzia per l’Italia Digitale
Alla Camera, per l’Agid ha preso la parola Teresa Alvaro, direttrice generale dell’Agenzia per l’Italia digitale.
Il Paese sta vivendo un momento di svolta, perché con il 5G prende il via il sistema dell’economia digitale. Secondo le stime, entro il 2020, i dispositivi connessi passeranno dai 6,5 miliardi di oggi a circa 20,8. Dunque, se l’Italia non vuole rimanere indietro, deve fare i conti con questa realtà, che impone sfide particolarmente impegnative, soprattutto in tema di cyber security e di data protection.
Agid per favorire la crescita del Paese intende portarlo alla digitalizzazione. A tal proposito l’Agenzia per l’Italia Digitale sta svolgendo un lavoro di coordinamento per verificare da una parte l’impatto della digitalizzazione su imprese e cittadini, dall’altra il modo in cui tali soggetti stanno vivendo e attuando questo processo.
Agid: un’attività a 3 livelli
- A livello Nazionale, Agid, individua i settori in cui le nuove tecnologie possono fungere da acceleratore. E, allo scopo di adeguare il Paese a uno scenario completamente mutato, colloca progetti, azioni e iniziative nel piano triennale, documento guida per la digitalizzazione del Paese.
- A livello Europeo, Agid presidia gruppi e comitati che si occupano di tecnologie emergenti per farsi portatore delle istanze nazionali.
- A livello Internazionale, Agid si occupa di standardizzazione e regolamentazione.
Agid coordina il gruppo OCSE, che si occupa di nuove tecnologie, come Intelligenza Artificiale e blockchain. Dal momento che in tutti i casi: 5G, big data, open data, si tratta di sistemi governabili principalmente attraverso la gestione dei Big Data.
I Big Data
La pubblica amministrazione (PA) gestisce una grande quantità di dati di scarsa qualità. Mentre l’uso dell’Intelligenza Artificiale si basa dati di alta qualità, seppur anonimi a tutela della privacy. Infatti, risultati di ricerche recenti dimostrano che un uso massivo di dati di scarsa qualità non migliora l’efficacia degli algoritmi. Questo implica che per far crescere la PA è necessario lavorare sul patrimonio pubblico di dati a disposizione.
Smart landscape
AGID ha introdotto il concetto di smart landscape, che supera quello di smart community o smart city, perché è esteso all’intero territorio nazionale. La tecnologia 5G è il fattore abilitante per diversi servizi a cittadini, PMI e PA. In particolare, tramite la raccolta massiva di dati e la bassa latenza, il 5G permetterà diverse applicazioni real-time dell’IoT.
Il Piano Triennale
Nel Piano Triennale, l’attenzione alla sicurezza e all’affidabilità dei servizi IT sono al primo posto, in base al principio cloud first. Partendo dal presupposto che l’Italia è costituita da territori profondamente diversi a livello di maturità digitale, l’Agid nel piano raccomanda alle PA di fare un’attenta valutazione della propria connettività, fondamentale per i processi amministrativi e per lo sviluppo del piano nazionale della banda ultra-larga.
Agid e la rete dei responsabili della transizione al digitale
Nel tempo, l’Agid ha costruito una rete di responsabili della transizione al digitale all’interno della PA. Secondo AGID bisognerebbe trasformare la PA in un driver di crescita, superando la logica dell’adempimento.
Un altro aspetto riguarda gli utenti. Cittadini e PMI devono essere informati circa le opportunità che vengono loro messe a disposizione affinché possano esercitare i loro diritti digitali.
L’ideale sarebbe applicare il principio once only esteso; ovvero le PA dovrebbero agire come un unico ente.
Interoperabilità
L’interoperabilità tra sistemi e regole tecniche è un elemento chiave del piano triennale, per fare in modo che tutte le amministrazioni lavorino in sinergia come un unico organismo.
Ad esempio, sarebbe opportuno uniformare la logistica dei trasporti a livello nazionale, dal momento che è un settore strategico per l’economia. Si tratta di uno strumento di politica industriale che, se gestito in modo olistico, potrebbe valorizzare le eccellenze del sistema produttivo italiano e lo sviluppo del trasporto eco-sostenibile.
Programmazione europea
AGID sta già lavorando alla programmazione europea 2021 e 2027, sia per utilizzare i fondi strutturali in modo coordinato; sia per impiegare al meglio i fondi di ricerca e sviluppo, che consentono di attuare una stretta partnership con le imprese, indispensabile per la crescita del Paese.
A proposito dei cinque progetti sperimentali sul 5G avviati dal MISE in altrettante città, con scadenza nel 2020, la dott.ssa Alvaro ha sottolineato che le finalità non riguardano solo l’infrastruttura 5G, ma anche tutti i servizi connessi. Infatti, nelle città coinvolte si stanno sperimentando attività focalizzate sui diversi servizi che si possono sviluppare attraverso la tecnologia 5G.
Piattaforma Infosec
A favore della cyber security, AGID ha messo a disposizione di PA e operatori del mercato Infosec. La piattaforma open che, in tre anni, ha raccolto oltre 7,4 milioni di indicatori di compromissione tra malware, URL e altro. Questo repository è considerato dalla comunità internazionale il quarto al mondo. I numeri del pericolo cyber sono notevoli.
Anche il CERT PA è impegnato su questo fronte. Del resto, i dati dimostrando la pericolosità della minaccia, confermano la necessità di considerare il tema della cyber security in ogni piano di digitalizzazione, e di introduzione di tecnologie abilitanti.
Open Data
Nella PA, AGID promuove la cultura degli open data, in quanto strumento di politica particolarmente importante per le imprese. Infatti, con l’aumento dei dati disponibili si sprona il settore privato ad investire nelle piattaforme di big data, in coerenza tra l’altro con le raccomandazioni europee.
Inoltre, AGID promuove politiche di valorizzazione del patrimonio informativo pubblico nazionale, tanto che l’Italia è considerata tra i cinque Paesi trend setter in quest’ambito. A tal proposito, è già disponibile il catalogo nazionale dei dati, contenente una serie di preziose informazioni ancora poco conosciute da PA e PMI.
Interoperabilità semantica
In più, l’AGID, per rendere omogenei i processi di accesso e scambio delle informazioni, tra le pubbliche amministrazioni, oltre che tra le PA, PMI e cittadini, favorisce l’interoperabilità semantica. A tale scopo, l’AGID fornisce il catalogo nazionale dei meta-dati relativi ai dati territoriali e ai servizi correlati disponibili presso le pubbliche amministrazioni.
Pre-commercial procurement
La dott.ssa Alvaro ha parlato degli appalti di innovazione che, fuori dalla cornice del codice degli appalti, offrono grandi opportunità per il futuro. Il vantaggio degli appalti di innovazione è che invertono la procedura rispetto a quelli tradizionali. La PA esprime un fabbisogno in termini funzionali lasciando liberi gli operatori di mercato di proporre la soluzione tecnica più idonea. I principali aggiudicatari di questa nuova modalità, il pre-commercial procurement, sono i centri di ricerca e le start up. Dunque, in questo modo, si investe in innovazione dando anche gli strumenti idonei per farlo.
Le domande dei Membri della Commissione
Alcune domande dei membri della commissione si sono focalizzate su intelligenza artificiale e blockchain.
In materia di Intelligenza Artificiale, Blockchain e Once Only, secondo l’AGID il principio once only, è sancito ma non applicato nel Codice dell’Amministrazione Digitale.
La dott.ssa Alvaro ha ribadito la necessità di far capire alle pubbliche amministrazioni, che nel cammino verso le innovazioni sono supportate da altre amministrazioni, dai cittadini e dalle imprese.
Blockchain e all’intelligenza artificiale
L’AGID si è espressa a favore di blockchain e intelligenza artificiale. Tecnologie in continua evoluzione che richiedono, per essere sfruttate adeguatamente, un rinnovamento dei servizi della PA.
Indicatori DESI
Infine, AGID ha sostenuto che andrebbero modificati o aggiornati gli indicatori DESI. Attualmente, infatti, essi non rappresentano in modo corretto la crescita digitale del Paese. Bisognerebbe estendere la misurazione a tutti i settori. Infatti, in alcuni settori l’Italia non è affatto indietro, solo che non esiste l’indice DESI appropriato per la misura.
Gaetano Pellegrino