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Indagine conoscitiva della Camera in merito alla transizione verso il 5G ed alla gestione dei big-data.

27 Novembre 2019

PILLOLA_OGI_#32_ L’AUDIZIONE della Fondazione Ugo Bordoni | Prima parte: il 5G e le reti di comunicazione

Relatore: Antonio Sassano, presidente della Fondazione Ugo Bordoni

Introduzione

La Fondazione Bordoni è un’istituzione di cultura e ricerca, posta sotto la vigilanza del Ministero dello sviluppo economico dalla legge n. 3 del 2003. Nata nel 1952, nell’ambito del Ministero delle Poste e Telecomunicazioni, coadiuva il MISE e le altre pubbliche amministrazioni nella soluzione di problematiche di carattere tecnico, economico, finanziario, gestionale, normativo e regolatorio. È sottoposta a una governance di nomina pubblica. Un membro del Consiglio di Amministrazione è nominato dal Presidente del Consiglio, due sono nominati dal MISE uno dei quali è sottoposto al parere del presidente dell’AGCOM.

L’effetto del 5G sulle reti di comunicazione

Secondo la Fondazione Bordoni, il 5G consentirà la nascita di reti complesse, in grado di collegare persone e cose. Si costruiranno reti virtuali su reti fisiche. Le reti composte da trasmettitori e computer, distribuiti sull’intero territorio, renderanno possibile la guida autonoma dei veicoli. Le reti in fibra wireless integrate da cloud, permetteranno di distribuire servizi video in HD. Reti affidabili, ad alta copertura, ridondanza e bassa capacità, gestiranno miliardi di oggetti connessi. Dei servizi ad hoc definiranno reti con le caratteristiche adeguate: le slices del 5G. Sarà una trasformazione radicale.

Il valore dei nuovi dati

Grazie al 5G, gli operatori, in tutti i settori industriali, scopriranno un valore aggiunto. Le loro reti e i loro dispositivi saranno coordinati da algoritmi sofisticati, in grado di produrre dati di alta qualità che dovranno essere valorizzati e protetti.

La condivisione dei dati tra i diversi settori industriali determinerà un ulteriore aumento del valore. Tali informazioni non saranno più necessariamente a disposizione degli operatori di TLC, abituati in passato ad erogare un servizio verticale e integrato agli utenti finali.

Nuovi player nella gestione delle reti

Ne consegue che le risorse investite nel 5G, non verranno soltanto da operatori TLC, ma anche dagli operatori energetici – che potranno così gestire dati e dispositivi – e dalle città – che diventeranno “smart” grazie all’internet of things e produrranno sempre più dati da elaborare attraverso complessi algoritmi. Ogni settore genererà reti di dispositivi per aumentare il valore. Tali reti entreranno in comunicazione tra loro.

La richiesta di connessione aumenterà e diminuirà la possibilità di avere un’integrazione verticale degli operatori. Gli operatori TLC saranno costretti ad accordarsi con altri settori per realizzare le slices logiche della rete 5G. Questi accordi e collaborazioni potranno facilitare gli investimenti nel 5G.

Governo e Parlamento per l’ottimizzazione delle reti

Governo e Parlamento dovrebbero effettuare un’accurata analisi dello spettro elettromagnetico per ottimizzarne l’uso, evitando le situazioni di sottoutilizzazione e accaparramento.
Secondo il relatore, sarebbe necessaria un’attenta politica di gestione dello spettro, accompagnata da una presenza propositiva e attiva negli organismi di coordinamento internazionale.

Alla Conferenza mondiale delle Telecomunicazioni di Ginevra, nel 2020, i Paesi membri dell’ITU (International Telecommunication Union) avranno l’opportunità di esprimersi su diverse tematiche. Si parlerà di nuove bande di frequenza 5G, l’uso futuro delle frequenze della banda UHF, la liberazione della banda 700. L’Italia sarà più forte se coordinata con gli altri Paesi europei. Per questo, è fondamentale che Parlamento, Governo e AGCOM si presentino a questo appuntamento con un punto di vista condiviso che difenda e valorizzi le specificità del nostro Paese.

Gaetano Pellegrino

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