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Indagine conoscitiva della Camera in merito alla transizione verso il 5G ed alla gestione dei big-data. | PILLOLA_OGI_#36_SECONDA PARTE

20 Febbraio 2020

PILLOLA_OGI_#36 L’audizione dell’Autorità per le Garanzie nelle comunicazioni – AGCOM | SECONDA PARTE: Azioni intraprese nel nostro Paese, con particolare riguardo alle attività svolte dall’Autorità per lo sviluppo del 5G

Relatore: On. Angelo Marcello Cardani, presidente AGCOM

Seguendo il piano d’azione 5G della CE, l’Italia ha già avviato delle iniziative per lo sviluppo del 5G. La collaborazione tra AGCOM e MISE ha consentito di delineare la strategia 5G italiana, per il raggiungimento gli obiettivi chiave stabiliti dall’Action plan.

Sperimentazione 5G

Nel 2017, il MISE ha lanciato un bando pubblico per progetti di sperimentazione finalizzati alla realizzazione di trial 5G pre-commerciali in cinque città italiane. Le tre aree geografiche interessate sono: l’area metropolitana di Milano (Area 1); le città di Prato e L’Aquila (Area 2); le città di Bari e Matera (Area 3).

Il MISE ha selezionato i progetti di Vodafone – Area 1; Wind Tre e Open Fiber – Area 2; Telecom Italia, Fastweb e Huawei – Area 3.
I trial 5G, iniziati alla fine del 2017, potranno continuare fino a giugno 2020. Inoltre, sulla base di accordi volontari tra operatori e amministrazioni locali, dal 2017 sono state avviate altre sperimentazioni 5G in altre città italiane.

Ecosistemi innovati

Il lancio simultaneo di molti progetti 5G pre-commerciali – circa 150 casi d’uso completamente finanziati dal mercato – è un esempio virtuoso di promozione di ecosistemi innovativi, a vantaggio anche dei settori verticali.

A giugno 2017, l’Agcom ha concluso un’indagine conoscitiva sullo sviluppo di sistemi mobili e wireless 5G e l’utilizzo di nuove porzioni di spettro oltre i 6 GHz, i cui risultati hanno orientato le azioni successive. A fine 2017, in linea con il quadro europeo, il Governo ha adottato delle misure specifiche per la transizione alla tecnologia 5G. Includendo, tra queste, l’obiettivo di assegnare le frequenze per lo sviluppo del 5G in anticipo rispetto agli altri Stati membri, ma anche rispetto agli standard internazionali e alla definizione, in ambito comunitario, delle condizioni per l’uso delle bande in questione.

Obblighi di copertura: use-it-or-lease-it

A maggio 2018, l’Autorità ha approvato la delibera n. 231, che stabilisce le regole per l’assegnazione e l’uso delle frequenze disponibili nelle bande 694-790 MhZ, 3.6-3.8 e 26.5-27.5 GhZ, per i servizi wireless a banda larga, al fine di favorire il passaggio alla tecnologia 5G. L’introduzione di misure use-it-or-lease-it; club use e un quadro regolamentare flessibile, mirano a promuovere i possibili sviluppi del 5G e l’uso efficiente dello spettro. Lo scopo è garantire l’accesso ai servizi 5G a tutti gli utenti sul territorio nazionale, in linea con le disposizioni della legge di bilancio 2018 e con il framework europeo.

Obblighi per gli operatori TLC

Il regolamento dell’Autorità favorisce l’accesso e lo sviluppo di nuovi attori nella catena del valore, come operatori wholesale-only e fornitori di servizi innovativi.

L’Agcom ha fissato obblighi di utilizzo delle frequenze assegnate. I licenziatari devono effettuare il lancio commerciale di servizi a banda larga wireless, all’ingrosso e al dettaglio, in tutto il Paese entro il 2020 per la banda 3.6-3.8; ed entro il 2022 per la banda 26 GHz. Diverse città italiane potranno usufruire dei servizi commerciali 5G entro il 2020, termine condiviso anche con l’Action Plan europeo. Ogni Stato Membro, entro dicembre dovrà annoverare almeno una delle città principali 5G-enabled. Inoltre, al fine di favorire la diffusione su tutto il territorio, il regolamento prevede l’obbligo di diffusione del servizio anche nei piccoli comuni in digital divide.

L’Italia e il Codice europeo delle comunicazioni elettroniche

L’Italia ha raggiunto gli obiettivi stabiliti dall’articolo 54 del Codice europeo delle comunicazioni elettroniche, entrato in vigore il 20 dicembre 2018, con largo anticipo rispetto alla scadenza del 31 dicembre 2020. L’Italia dunque ha già compiuto i passi necessari per promuovere la diffusione del 5G, come riconosciuto anche nel Rapporto DESI 2019, recentemente pubblicato dalla Commissione Europea. Il  parametro relativo all’aspetto frequenziale del 5G è l’unico in cui l’Italia primeggia.

Riguardo alla disponibilità delle bande di frequenza, gli operatori nazionali godono di un quadro certo, sia per il 5G che per l’intero spettro armonizzato a livello europeo. Alcuni dettagli tecnici concernenti la realizzazione delle reti 5G sono ancora in fase di definizione. Al   momento dell’adozione del regolamento dell’Autorità l’aggiornamento della normativa tecnica per l’uso armonizzato delle frequenze da parte dei nuovi sistemi 5G non era stato completato. La definizione degli aspetti oggetto del tavolo tecnico contribuirà a migliorare le prestazioni delle reti 5G, posizionando l’Italia tra i primi Paesi al mondo ad aver lanciato servizi 5G commerciali.

Le bande per l’erogazione del 5G

A poche settimane dalla commercializzazione dei primi smartphone 5G, i principali operatori hanno avviato la fornitura al pubblico di servizi 5G sulle frequenze della banda 3.6-3.8 GHz in alcune città italiane. Tuttavia, tale banda non si presta all’erogazione di servizi 5G con copertura a livello nazionale, per cui bisognerà attendere la disponibilità della banda 700 MhZ. Infatti, anche se già assegnata con l’asta multi-banda del 2018, attualmente tale banda è ancora occupata dai broadcaster e potrà essere utilizzata dagli operatori TLC solo dal primo luglio 2022. Per ora, gli operatori devono sfruttare le reti di quarta generazione mediante le altre bande radiomobili, come la 800 MHz e la 1.800 MHz, che garantiscono il 98% di copertura del territorio nazionale, anche per l’erogazione di servizi 5G a banda larga e ultra larga.

Gli aggiudicatari delle frequenze di funzionalità di 5G network slicing per l’offerta di servizi commerciali dovranno rispettare i principi di salvaguardia dell’accesso a un’internet aperta. Seguendo sia le norme vigenti, sia quelle su cui stanno lavorando la Commissione e il BEREC.

Servizi ad altissima capacità

Successivamente, oltre all’impiego della banda 700 MHz per l’erogazione di servizi 5G in modalità NR SA, diffusi su tutto il territorio, la banda 26 GHz offrirà servizi ad altissima capacità, i cui apparati di reti e terminali d’utente non sono ancora disponibili a livello commerciale.

Su tale banda l’Italia ha anticipato gli Stati membri. In più, sinora è l’unica ad aver assegnato le frequenze agli operatori e la prima in cui è stato avviato un test in club use, in cui un operatore ha utilizzato ben 800 MHz, quattro blocchi, per testare i servizi. Anche per le frequenze di tale banda l’Agcom ha assegnato diritti d’uso individuali.
Pertanto, gli operatori TLC possono proporsi – direttamente o in partnership con altri player – come service/application provider o fornitori di siti; infrastrutture; copertura a beneficio dei nuovi utilizzatori, inclusi i verticals.

Gli operatori potranno così affrontare le sfide poste dagli OTT, che li hanno relegati a ruoli di basso valore aggiunto, sul modello «bit pipe». Ad ogni modo, per il pieno sviluppo dell’offerta 5G sono necessari forti investimenti, sia nella parte di accesso radio, in cui sono stati già avviati; sia nell’architettura di rete. In particolare tali investimenti serviranno a realizzare le funzionalità di network slicing e orchestrazione.

 

L’architettura 5G in Europa

Dato che l’unico modo per fronteggiare al meglio gli investimenti necessari è condividere gli sforzi nella realizzazione dell’ambiziosa architettura di rete 5G e creare sinergie. A livello europeo sono in corso dei processi di consolidamento fra le società e sono in discussione accordi di condivisione delle infrastrutture di rete.

Leggi anche PILLOLA_OGI_#36: L’audizione dell’Autorità per le Garanzie nelle comunicazioni – AGCOM | PRIMA PARTE: Prospettive e caratteristiche della tecnologia 5G

Gaetano Pellegrino

 

 

 

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