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INFORMAZIONE E DISINFORMAZIONE: ELEZIONI EUROPEE A RISCHIO?

5 Aprile 2019

Le prossime elezioni europee di fine maggio consentiranno la nomina degli eurodeputati che andranno a rinnovare il Parlamento europeo. Saranno chiamati al voto circa 400 milioni di cittadini che eleggeranno i 705 rappresentanti degli stati membri (prima dell’esclusione del Regno Unito erano 751). L’informazione veicolata su internet sarà vitale per il successo di ogni soggetto politico che affronterà questa sfida ma, allo stesso tempo, determinerà l’aumentare delle preoccupazioni relative ad eventuali manipolazioni delle informazioni da parte di terzi.
A tal proposito abbiamo chiesto all’On. Deborah Bergamini, membro della IX commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni della Camera dei Deputati di commentare il fenomeno della disinformazione su internet.

Onorevole Bergamini, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (AGCom), attraverso l’Osservatorio sulla disinformazione online, ha pubblicato i primi dati che evidenziano la crescita del volume di informazioni manipolate soprattutto in corrispondenza delle elezioni politiche, come commenta questi dati?
Non sono affatto sorpresa. Si tratta di un tema che tutti conosciamo ma che non viene affrontato con serietà. Le fake news sono uno straordinario strumento di lotta politica perché si delegittima l’avversario screditandolo, specie in campagna elettorale. L’avvento dei social, poi, moltiplica in maniera esponenziale la facilità di attingere e di rendere virali le fake news. Questo purtroppo è diventato un linguaggio della politica che contribuisce a corrodere la democrazia.

Anche la Commissione Europea, attraverso la creazione dell’European cooperation network for elections, ha sviluppato una rete europea di cooperazione elettorale tra gli stati membri quale misura anti-manipolazione. Secondo lei, può essere sufficiente per poter arginare questa deriva informativa?
Arginare la diffusione delle fake news e valorizzare un’informazione di qualità non è un processo semplice. Sicuramente la creazione di un network europeo va nella direzione giusta ma bisogna lavorare per garantire la privacy dei cittadini.

In un articolo del Washington Post, Zuckerberg, fondatore di Facebook, chiede un ruolo regolatore più attivo da parte dei governi e delle istituzioni, quale misure si potrebbero adottare in Italia?
Le nostre informazioni private non sono più private. E Zuckeberg lo sa bene visto lo scandalo sui Big Data in cui è stato coinvolto Facebook. Google anche ha consentito ai suoi sviluppatori di leggere la nostra posta Gmail a ulteriore dimostrazione di quanto la nostra privacy e la nostra comunicazione ai tempi del web siano facilmente violabili.
Le nuove tecnologie raccolgono ogni giorno dati da vendere o condividere tra le imprese mettendo a rischio la nostra privacy. Ad inizio legislatura, ho depositato una proposta di legge per istituire una Commissione di Inchiesta sull’utilizzo dei Big Data ed oggi ancora mi batto con forza su questa necessità sulla quale però evidentemente manca la volontà politica.

Il ruolo dei cosiddetti Over the Top è fondamentale per porre un limite alla diffusione delle fake news. Quali sono state le loro mancanze e cosa potrebbero fare in futuro?
Innanzitutto gli OTT dovrebbero assumersi una responsabilità alla quale, fino ad oggi, sono abilmente sfuggiti, cioè essere riconosciuti editori. I colossi del web, infatti, svolgono una funzione editoriale a tutti gli effetti dal momento che con i loro contenuti fanno pubblicità e guadagnano. In questo caso, avrebbero degli obblighi supplementari rispetto a quello che rendono pubblico e potrebbero garantire una maggiore correttezza dell’informazione sulle piattaforme digitali.

In che misura in Italia le fake news influenzano la scelta politica dell’elettorato?
Le bufale inquinano la realtà e i processi democratici. Ma non sono solo le imprese ad utilizzarle in maniera impropria i dati dei cittadini, anche organizzazioni private e movimenti politici. E’ chiaro che quando la politica si allontana dalla verità per questioni di propaganda, il rischio di orientare le scelte dell’elettorato è più che reale con un impatto devastante.

Quali soluzioni si possono adottare per poter limitare il loro utilizzo?
Bisogna normare e il tema delle sanzioni è sicuramente un elemento di civiltà. Il mondo dei social ha pervaso le nostre vite in maniera molto rapida e anche noi dobbiamo imparare a relazionarci con la socialità della rete e maturare un’educazione su cosa significhi produrre e alimentare il circuito delle fake news.

Marco Italiano

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