La separazione della rete: il progetto TIM e valutazioni AGCom
La revisione dell’analisi di mercato AGCom per la rete d’accesso fissa
Dal 18 gennaio al 4 marzo si è svolta una consultazione AGCom per la revisione dei mercati rilevanti nei servizi di accesso alla rete fissa, al fine di individuare l’operatore che detiene un significativo potere di mercato (SMP) e i relativi obblighi. La consultazione ha riguardato anche il Progetto di separazione della rete di TIM già proposto dalla stessa all’Autorità nel maggio 2017.
Data l’importanza e la complessità della materia, l’AGCom ha effettuato la raccolta di dati dagli operatori a partire da aprile 2018, per definire i confini dei mercati rilevanti e il grado di concorrenza. Si è trattato di una raccolta di informazioni su volumi venduti ed acquistati, relativi ricavi conseguiti e spesa sostenuta ma anche informazioni di natura qualitativa (sostituibilità servizi offerti, ecc). L’analisi ha preso in esame anche i piani di investimento degli operatori in reti NGA, sino al 2020, nelle aree profittevoli ed i modelli di costo BU-LRIC, per determinare il prezzo pagato per i servizi forniti dall’operatore incumbent.
Lo scopo del procedimento, la cui fase di consultazione per l’invio di contributi si è conclusa il 4 marzo, è quello di valutare anche gli impatti di natura regolamentare del progetto di separazione legale della rete, notificato da TIM sui mercati dei servizi di accesso alla rete fissa. Tale progetto prevede la creazione di una società separata, «NetCo», controllata al 100% da TIM, ma gestita da organi direttivi distinti, dotati di pieni poteri esecutivi. NetCo sarà titolare degli asset materiali e immateriali (es. proprietà intellettuali), nonché delle risorse umane, necessarie alla realizzazione, manutenzione e fornitura della rete di accesso, sia in rame che in fibra. TIM conferirà a NetCo le risorse per accedere alla rete: centrali; infrastruttura fisica da centrale a casa cliente – (rete primaria e secondaria in rame) e la rete in fibra, sino alle terminazioni come borchie, ONT, cabinet; gli apparati per la fornitura dei servizi attivi di accesso locale (DSLAM, OLT, Kit VULA, sistemi di alimentazione e condizionamento) e centrale. Tuttavia, TIM manterrà nel gruppo alcune risorse e attività, in una società separata: ServCo, presso cui NetCo dovrà fornirsi per l’intera gamma dei servizi wholesale previsti, come: monitoring e gestione degli apparati attivi, data center, manutenzione e sviluppo dei sistemi informativi, attività di ingegneria, innovazione, testing e design, ecc. Infine, è stato anche previsto che NetCo si avvarrà del personale attualmente in Open Access, eventualmente integrato da risorse provenienti da altri bacini di TIM.
In defintiva, NetCo agirebbe come operatore wholesale only, per la fornitura di tutti i servizi all’ingrosso – regolamentati e non – a tutti gli attori del mercato retail, approvvigionandosi essa stessa da ServCo per alcuni elementi e servizi di rete.
Alcune valutazioni AGCom circa gli impatti regolamentari del progetto di separazione TIM.
1 – Secondo AGCom il progetto notificato da TIM non andrà a condizionare la definizione dei mercati 3a (mercato dei servizi di accesso locale all’ingrosso in postazione fissa) e 3b (mercato dei servizi di accesso centrale all’ingrosso in postazione fissa per i prodotti di largo consumo). Inoltre, dato che permangono degli elementi d’integrazione verticale, l’intero Gruppo TIM (e non solo NetCo) dovrà essere notificato come operatore SMP nei mercati 3a e 3b relativi al territorio italiano (ad eccezione del Comune di Milano per il quale AGCom propone una completa deregolamentazione).
2 – L’AGCom giustifica un alleggerimento degli obblighi di controllo dei prezzi nei c.d. Comuni Contendibili, dove è presente più di una rete di accesso, pur non ritenendo necessarie modifiche sostanziali degli obblighi di accesso, trasparenza e contabilità dei costi.
3 – A parere dell’AGCom l’obbligo di non discriminazione è applicabile a TIM, dal momento che il progetto di separazione legale attenua tali rischi di discriminazione. L’Autorità, dunque, ritiene opportuno rimuovere l’obbligo di controllo del prezzo. Infine, per quanto riguarda la separazione contabile, TIM ha l’obbligo di rendere trasparenti e fornire evidenza separata di costi, ricavi e volumi dei servizi venduti all’ingrosso agli operatori diversi (OAO) e quelli venduti infragruppo.
Conclusioni
L’attività di analisi di AGCom coinvolgerà certamente un’ampia platea di “interessati”, alcuni dei quali si sono già espressi pubblicamente in merito, non soltanto alla separazione della rete di accesso di TIM, ma anche ad una sua eventuale fusione con Open Fiber. Tuttavia è giusto che le conclusioni definitive tengano conto di tutti i diversi punti di vista, considerando che si tratta di una decisione strategica, estremamente importante per lo sviluppo del settore TLC nel Paese.
Gaetano Pellegrino
Erika Gagliardi