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L’intelligenza artificiale: che cosa è già e che cosa potrà diventare

12 Maggio 2021

Da spunto creativo per racconti di fantascienza, l’intelligenza artificiale – Artificial Intelligence o AI – è diventata realtà. Una componente della nostra vita destinata ad acquisire sempre maggiore importanza. Le trovate e le teorie sui robot dei racconti di Isaac Asimov; gli androidi quasi umani – a volte troppo umani – dei romanzi di Philip Dick; il super computer Hal 9000, eletto dal regista Stanley Kubrick a protagonista del film “2001 Odissea nello spazio”, sono ormai accanto a noi; nel modo in cui produciamo beni e servizi e, più in generale, nel modo in cui quotidianamente interagiamo con chi ci sta intorno e con l’ambiente circostante.

Ma che cosa è l’intelligenza artificiale? Come possiamo definirla?

L’AI è una tecnologia informatica che permette alle macchine di svolgere operazioni complesse e ragionamenti, per sostituire gli esseri umani nello svolgimento di alcune mansioni. Grazie all’intelligenza artificiale, le macchine riescono a fornire prestazioni migliori nel corso del tempo, imparando dai propri errori. Fenomeno che prende il nome di machine learning.

Le origini dell’intelligenza artificiale

Sebbene sia difficile stabilire una data di nascita dell’intelligenza artificiale; si può risalire alla prima volta in cui l’espressione fu utilizzata. Nell’agosto 1956 si parlò di intelligenza artificiale in un convegno negli Stati Uniti, presso il Dartmouth College di Hanover nel New Hampshire. Intervennero alcuni tra i più autorevoli studiosi interessati alla possibilità di far svolgere alle macchine determinati ragionamenti logici. Il titolo del seminario era Summer Research Project on Artificial Intelligence. Tra i protagonisti del seminario figurava il ricercatore informatico Allen Newell che, assieme a Herbert Simon, elaborò Logic Theorist: il primo programma della storia dell’intelligenza artificiale. Si trattava di un programma in grado di dimostrare astratti teoremi matematici partendo da alcune informazioni.

Nel 1957, Newell e Simon realizzarono un programma ancora più ambizioso, The General Problem Solver, vale a dire un risolutore generale di problemi, fondato sulla simulazione dei processi mentali umani.

Le applicazioni dell’intelligenza artificiale

Da allora, con i computer prima e Internet poi, le ricerche sull’intelligenza artificiale sono state sviluppate e indirizzate anche per rispondere ad esigenze quotidiane. Basti pensare agli esperimenti in corso sui veicoli a guida autonoma; in grado di viaggiare senza conducente, grazie a sensori e telecamere che percepiscono stimoli e consentono alla macchina di prendere decisioni ed effettuare manovre di sicurezza.

Non mancano, tuttavia, controindicazioni e problemi.

Nel marzo 2018 ha fatto discutere l’incidente che ha coinvolto un’auto di Uber senza conducente, che ha causato la morte di un ciclista. Un evento tragico che in quel momento mise in dubbio la riuscita di simili progetti. Di fronte a un incidente inevitabile, quale decisione etica avrebbe dovuto prendere la macchina? Evitare l’ostacolo e sterzare, mettendo a repentaglio la vita dei passeggeri, o proseguire la corsa rischiando di uccidere qualche passante? Un dilemma, affrontato il 24 giugno 2016 dalla rivista “Science”, di non facile soluzione.

Prospettive e chiarimenti

L’intelligenza artificiale sostituirà quella umana? Le macchine, i computer e i microprocessori contenuti in esse sostituiranno le attività delle persone? La risposta è no. L’Intelligenza Artificiale è utilissima in molti campi, ma non va sopravvalutata. Inoltre, sarà determinante l’utilizzo che faremo di queste tecnologie e le scelte, anche di carattere etico, da compiere prioritariamente, come la selezione dei dati e i campi di applicazione.

Stefano Quintarelli al Cortina Digital Forum

Lo ha spiegato molto chiaramente qualche giorno fa Stefano Quintarelli, esperto informatico e tra i pionieri di Internet in Italia, che ha presentato al Cortina Digital Forum il libro ‘Intelligenza artificiale – Cos’è davvero, come funziona, che effetti avrà’.

Quintarelli ha parlato del rischio di “prendere grosse cantonate” se si pensasse ad un utilizzo indiscriminato dell’Intelligenza Artificiale. In primo luogo, ha spiegato Quintarelli: “Perché stiamo parlando di una tecnologia sempre molto lontana da una reale forma di intelligenza comparabile a quella umana. Poi, – ha continuato – perché non dobbiamo dimenticare che si tratta pur sempre di “macchine”. Anche se in grado di processare grandi quantità di dati più velocemente e con più efficacia rispetto al cervello umano, capaci di «distillare dei modelli statistici utilizzati per fare delle predizioni, si tratta comunque di macchine, per l’appunto, esse «non hanno etica, sanno fare i calcoli, ma non riescono ad assegnare alcun significato ai valori che elaborano”.

“Dobbiamo, quindi, approcciare con saggezza, caratteristica prettamente umana, a queste importanti ed innovative tecnologie, in modo che possano supportarci in modo risolutivo ed efficace in diversi contesti, industriali, gestionali o relazionali. Parola di esperto” ha concluso Quintarelli.

Per approfondire leggi QUI

Arnaldo Merante

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