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L’INTERVISTA: Filippo Maria Capitanio, CEO di 4 Made In, svela il futuro del Metaverso nella PA

9 Settembre 2024

Generalmente, quando si parla di metaverso si tende a semplificare, pensandolo come una piattaforma concepita per l’intrattenimento, videogames, invece si tratta di una realtà molto più complessa che si presta a diverse modalità di utilizzo e che, soprattutto, sta aprendo ad una nuova modalità di fruizione dei servizi. In particolare, un report della European Commission mostra che il trend è differente e che entro il 2027 moltissime amministrazioni pubbliche, nei paesi più avanzati, inizieranno a dotarsi di servizi avanzati introducendo soluzioni di metaverso per i servizi al cittadino, la gestione delle identità digitali, le consultazioni pubbliche e la formazione del personale.

Ne abbiamo parlato con Filippo Maria Capitanio, amministratore della società 4 Made In, specializzata in innovazione e digitalizzazione di aziende, enti ed istituzioni nel settore del turismo, fashion e jewelry ed esperto nell’applicazione del metaverso nella pubblica amministrazione che, per l’appunto ha esordito precisando: “Per essere precisi, diverse amministrazioni sono già in una fase avanzata nell’applicazione del metaverso. Un altro dato interessante, elaborato da Gartner è che, entro 2026, il 25% delle persone trascorrerà almeno un’ora al giorno sul metaverso per lavoro, shopping, istruzione o intrattenimento.”

Molto interessante, però, possiamo fare un passo indietro, ovvero, nello specifico, cosa si intende per metaverso? E che differenza c’è tra il web comunemente inteso e il metaverso?

Diciamo che il metaverso è un’esperienza più interattiva e intuitiva rispetto a un portale web tradizionale. Ad esempio, un cittadino potrebbe entrare in un municipio virtuale per ricevere assistenza personalizzata tramite un avatar di funzionari pubblici, in grado di rispondere attraverso l’intelligenza artificiale a una serie di domande, un’evoluzione dei chatbot. Oppure si potrebbe tenere un consiglio comunale virtuale in tempo reale, condividere dei piani urbanistici in 3D con una timeline virtuale. Insomma, il metaverso si potrebbe considerare come una virtualizzazione del mondo.

A livello di hardware quali cambiamenti sono necessari per “entrare nel metaverso”?

“Al di là di quello che si potrebbe pensare, anche in questo caso la realtà è molto più semplice di quello che sembra. Per quanto sul mercato siano in vendita device molto costosi e sicuramente utili, come il visore Apple Vision Pro oppure Meta Quest; la verità è che il metaverso, in quanto evoluzione di un sito web in chiave immersiva, interattiva e personalizzata, nella maggior parte dei casi è tranquillamente fruibile dal desk, computer o mobile. Poi, certo, con il visore si può avere un’esperienza totalmente immersiva, futuribile; però all’atto pratico, dato anche il costo importante di questi device, si può dire che con un semplice schermo si può avere una visualizzazione 3D, per un’esperienza di navigazione molto più immersiva di un semplice sito web.”

Il cambiamento è anche in termini di velocità, giusto?

Sì certo ma non solo. Uno dei principali vantaggi dell’integrazione dei servizi della PA nel Metaverso è la possibilità di fornire un accesso universale e continuo. I cittadini possono accedere ai servizi pubblici 24/7, indipendentemente dalla loro posizione fisica, riducendo i tempi di attesa e migliorando l’efficienza amministrativa. Inoltre, l’interazione avatarizzata potrebbe rendere il rapporto con la burocrazia meno impersonale e più partecipativo, stimolando un maggiore coinvolgimento civico. In altri termini, un funzionario nel metaverso risponde in tempo reale, sia come persona fisica, sia come chatbot, tramite l’intelligenza artificiale, in entrambi i casi in modo esaustivo ed efficace in termini di competenze e pertinenza, data la conoscenza che ha a monte tramite la digitalizzazione ed una corretta gestione dei dati. Insomma, questa nuova modalità di accesso è importante per assicurare una maggiore trasparenza ed un’interazione più diretta e immersiva tra cittadini e amministrazioni.

Secondo lei un sistema così avanzato rischia di escludere alcune fasce della cittadinanza?

Assolutamente no, il metaverso è un sistema altamente inclusivo per il suo essere semplice, immediato ed intuitivo. Un’applicazione o un sito web generalmente hanno un’interfaccia fredda e poco accattivante, mentre il metaverso crea un ambiente che incoraggia l’interazione, rendendola più facile e intuitiva anche per persone di età avanzata a digiuno di tecnologia, dal momento che crea una crasi tra realtà fisica ed uno virtuale.  Ad esempio, un cittadino potrebbe entrare in un municipio virtuale per ricevere assistenza personalizzata tramite avatar di funzionari pubblici, partecipare a riunioni del consiglio comunale in tempo reale, o persino visualizzare piani urbanistici in 3D con una timeline virtuale.

In quali altri ambiti si può applicare questa tecnologia?

Sicuramente uno dei principali è la formazione. Il metaverso può rappresentare un’importante evoluzione della didattica. Sia nell’ambito della stessa PA ove, sicuramente una delle maggiori sfide da superare è proprio quella della formazione del personale interno che, in generale, è meno propenso alle novità e considerando che questa è proprio un’innovazione dirompente su diversi fronti, non sarà banale portarla anche nelle province più remote. Tuttavia, visto che il cambiamento è inevitabile è sicuramente meglio governarlo e non subirlo. Anche perché si tratta di una trasformazione non solo inevitabile ma che avverrà anche in tempi brevi, per questo, l’unica soluzione è affrontarla preparati. Per fortuna, anche dal punto di vista didattico questa tecnologia consente di fare un salto in avanti, nella misura in cui offre la possibilità di un apprendimento attivo e non solo teorico. Nel caso della PA i funzionari possono formarsi direttamente all’interno del sistema scoprendone in maniera immediata e concreta tutti i vantaggi e le potenzialità. In particolare constatando che si tratta di uno strumento che effettivamente facilita il lavoro.

Altri progetti in questo campo?

Di recente, con 4 Made In abbiamo implementato un ambiente virtuale per l’Università IUL per portare l’istruzione universitaria nel Metaverso. Il progetto ha permesso di creare aule virtuali in cui gli studenti possono partecipare a lezioni, seminari e laboratori interattivi, indipendentemente dalla loro ubicazione geografica. Attraverso l’uso di avatar, gli studenti possono collaborare tra loro, interagire con il docente e accedere a materiali didattici digitali in un ambiente tridimensionale.

Secondo lei come deve avvenire questo passaggio al Metaverso?

Chiaramente, bisogna arrivare preparati attraverso un processo di formazione graduale e regolamentato, facendo quello che in gergo tecnico chiamiamo: “change management”, per trasmettere il concetto che il metaverso rappresenta uno strumento che facilita tutte le attività, rendendole molto più semplici, snelle e veloci. Penso che il segreto stia nella cooperazione, le istituzioni dovranno collaborare con aziende tecnologiche e università per sviluppare standard e linee guida che assicurino un uso etico e inclusivo di queste tecnologie. A tal proposito, investimenti in formazione digitale e infrastrutture saranno essenziali per garantire che tutti i cittadini possano beneficiare dei servizi pubblici nel Metaverso. Anche la legislazione dovrà evolversi di pari passo con la tecnologia, prevedendo nuove forme di regolamentazione e protezione per i diritti dei cittadini in questi spazi digitali.

Per concludere, ci può dire qualcosa in più su di lei?

Come esperto del settore e Ceo di una società che si occupa di Innovazione tecnologica, ho avuto l’opportunità di osservare da vicino il potenziale di queste trasformazioni, contribuendo direttamente a progetti innovativi. Attualmente sono impegnato nel supporto al coordinamento del progetto di trasformazione digitale della Camera di Commercio del Molise che prevede la graduale digitalizzazione e il potenziamento dei processi di gestione, sia per i servizi erogati dall’Ente che per quelli interni di supporto al personale, attraverso l’utilizzo dell’intelligenza artificiale, servizi nel metaverso e la riorganizzazione dei processi di gestione dei servizi già erogati online, oltre alla transizione digitale degli sportelli fisici.

Ludovica Palmieri

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