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Guzzetta su “Il Dubbio” spiega il paradosso del taglio dei vitalizi ai parlamentari

5 Dicembre 2018

Oggi, giovedì 5 dicembre, Giovanni Guzzetta, presidente di Open Gate Italia, azienda leader nel campo delle relazioni strategiche, al decimo anno di attività, è stato intervistato sul quotidiano “Il Dubbio” in merito alla questione del taglio ai vitalizi di Senatori e Parlamentari. Guzzetta, professore di Diritto Costituzionale all’Università Tor Vergata, si è sempre occupato dei limiti del nostro sistema istituzionale, tanto che, nell’ultimo libro: “La Repubblica transitoria”, edito dalla casa editrice Rubbettino, affronta il tema delle patologie che debilitano il nostro sistema politico e che “si riverberano, fino a penalizzarla, sull’attuale maggioranza e sull’efficienza della sua azione […]” per citare le sue parole. In questo preciso momento Guzzetta sta affrontando la questione dell’autonomia delle camere e non solo come studioso, ma proprio come avvocato, in qualità di difensore di alcuni ex parlamentari che ricorrono contro il ricalcolo dei vitalizi.

 width=Nell’intervista il professore, spiega che a lui non interessa entrare nella questione di merito, quanto piuttosto sottolineare l’erronea modalità con cui è stato effettuato il ricalcolo dei vitalizi e lo dimostra attraverso quattro punti, che lui stesso definisce “Quattro grimaldelli giuridici”.

Il paradosso, chiave di tutta la questione, ha affermato Guzzetta, sta nel fatto che “Per equiparare i parlamentari a tutti gli altri cittadini, e dunque per eliminare la “casta”, è stato utilizzato uno strumento tipico della “casta”: i poteri di autonomia, difficilmente attaccabili perché asseritamene assistiti dallo scudo dell’autodichia”. In altre parole, ha continuato il professore: “ Il ricalcolo dei vitalizi è stato deliberato sotto forma di regolamento minore: eppure il regolamento minore è una via normativa riservata esclusivamente alle questioni amministrative interne delle due Camere.”

Da questo primo “grimaldello” il professore ha ricavato gli altri tre, considerando anche che il taglio dei vitalizi non inerisce esclusivamente i parlamentari “in uscita” ma anche coloro che già da anni ricevono l’assegno. Secondo Guzzetta, partendo dal presupposto che “sembra difficile poter considerare la disciplina dei vitalizi come un affare interno all’amministrazione e quindi demandabile ai regolamenti minori” il problema sta anche nel soggetto cui andrebbe presentato il ricorso. Infatti “l’inadeguatezza dello strumento normativo” (il regolamento minore) emerge nella misura in cui il ricorso andrebbe, in teoria, presentato alla commissione Contenzioso, una commissione nominata dal presidente del Senato e dunque molto vicina al Consiglio, ovvero lo stesso organo che ha adottata la delibera sui vitalizi.

Guzzetta ha poi spiegato che gli altri due grimaldelli si basano sul conflitto di attribuzioni. In primis perché: “Il fatto che su una materia tipica dell’autonomia del Parlamento abbia deciso un organo che può adottare solo delibere minori lede le prerogative di ciascun Parlamentare” ed infine perché, anche gli ex parlamentari possono sollevare il conflitto di attribuzione davanti alla Consulta, nella misura in cui, nel 2004, anche a Cossiga venne riconosciuto il diritto di tutelarsi pur avendo cessato il proprio mandato.
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