Italia: verso la moneta elettronica
Se Paperon De Paperoni fosse stato “disegnato” oggi, molto probabilmente non sarebbe stato caratterizzato dal Deposito di Monete d’Oro, perché il denaro reale sta cedendo il passo al suo equivalente elettronico.
Il passaggio all’e-payment
Tra PSD2 e Decreto Fiscale – in via di approvazione – il passaggio ai pagamenti digitali sta avvenendo in maniera rapida anche in Italia, Paese notoriamente attaccato alle consuetudini e un tantino refrattario ai cambiamenti. Tanto che, l’atteggiamento innovativo del Governo, esplicitamente “pro” moneta elettronica, ha colto di sorpresa consumatori ed esercenti, impreparati ad attuare un cambiamento in tempi brevi.
Pos
Il POS per gli esercenti è diventato d’obbligo. Saranno sanzionabili sia nel caso in cui non dispongano del dispositivo; sia qualora ne ostacolino l’utilizzo, ponendo limiti alle carte. Previa segnalazione del consumatore, infatti, il DL Fiscale prevede, oltre alla penalità fissa di 30 euro, una multa pari al 4% del valore della transazione eseguita.
I consumatori e i contanti
Per i consumatori, questo cambiamento si riflette nella riduzione della soglia per l’utilizzo dei contanti. Inizialmente tale limite sarà portato a 2.000 euro, per arrivare a 1.000 euro, entro i prossimi 3 anni. In un certo senso si tratta di un ritorno al passato, perché riporta in auge il limite già fissato dal Governo Monti nel 2011.
Stando alle statistiche, i consumatori italiani sono ancora molto attaccati al contante. Ed anche se i sistemi di pagamento digitali sono sempre più diffusi nel nostro paese, le reticenze verso la moneta elettronica sono ancora alte. Furto di denaro, di informazioni o, addirittura, di identità, queste le paure più diffuse tra gli italiani. Senza contare il fatto che la tracciabilità dei pagamenti elettronici rappresenta un ostacolo all’evasione fiscale e dunque un potente alleato di Governo e Forze dell’Ordine.
E-payment e sicurezza
Per quanto concerne la sicurezza è fuor di dubbio che, al di là di pregiudizi e luoghi comuni, i pagamenti digitali sono molto più sicuri rispetto ai contanti, perché devono rispettare una serie di rigidi standard imposti a livello nazionale ed Europeo.
Ma c’è di più, perché se la moneta elettronica sta prendendo piede a livello globale è anche per la sua indiscutibile praticità. Basti pensare a tutto il tempo risparmiato grazie a dei pagamenti quotidiani – come il parcheggio o l’acquisto di biglietti – che ormai si possono effettuare comodamente tramite il proprio smartphone.
Servizi a portata di click
Insomma, i servizi che oggi si possono pagare con un click stanno aumentando a vista d’occhio e allora meglio vivere questo cambiamento come un’opportunità.
Del resto, come anticipato, la sicurezza nella maggior parte dei casi è garantita. Ormai un gran numero di siti web e applicazioni effettuano delle procedure di sicurezza al momento dell’iscrizione. In più, quasi tutte le app procedono ad un doppio controllo di sicurezza che, in genere, prevede oltre l’inserimento della propria password, anche quello di un codice univoco, generato al momento tramite un apposito sistema, valido esclusivamente per una sola operazione. Nei casi più sofisticati il secondo passaggio può consistere nella verifica tramite scansione dell’impronta digitale, oppure, addirittura tramite riconoscimento facciale, attraverso il confronto di un selfie con la foto di un documento precedentemente inserito nel sistema.
Online Banking
Inoltre, grazie all’entrata in vigore della PSD2, oggi anche per le operazioni di online banking sono aumentati gli standard di sicurezza. Per autorizzare le operazioni non serve più la chiavetta elettronica, token, ma basta un codice univoco generato dalla banca in tempo reale valido per un arco di tempo delimitato e per una sola operazione.
Pagamenti digitali e OTT
A tutto questo si vanno ad aggiungere le app di e-payment elaborate dagli OTT – come Apple Pay, Google Pay, Samsung Pay e, in Cina, Alipay – che hanno trasformato lo smartphone in un vero e proprio portafoglio elettronico. Ormai i pagamenti si possono effettuare con il cellulare senza neanche mostrare la carta.
Alla luce di queste considerazioni sarebbe lecito chiedersi: in caso di smarrimento o furto di smartphone è tutto perduto? La risposta è la stessa che si darebbe in caso di smarrimento o furto di carta di credito. Ovvero, una volta verificata l’effettiva perdita del dispositivo, tramite l’uso delle applicazioni apposite, per Android e Ios, come “Trova il mio iPhone”, si procede con il blocco dello stesso e la contestuale cancellazione della memoria.
Insomma, non tutta la tecnologia vien per nuocere ed anzi, con le adeguate conoscenze, può diventare un valido alleato nella gestione della quotidianità. Chiaramente, come in ogni aspetto della vita, ci vuole sempre buon senso, quindi se per qualche motivo ci si ritrova in un sito che non presenta nessuna delle garanzie descritte, è opportuno abbandonarlo per continuare la navigazione altrove.
Ludovica Palmieri