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Sul quotidiano “La Verità” la parola a Giovanni Guzzetta, perché la crisi del Parlamentarismo c’è e va affrontata

25 Luglio 2018

Dopo Davide Casaleggio parla Giovanni Guzzetta che, intervistato oggi, mercoledì 25 luglio, sul quotidiano “La Verità”, a proposito della “crisi del parlamentarismo”, afferma: “per ridare efficienza al sistema noi proponiamo la riforma presidenziale […], per scegliere chi guida la politica e responsabilizzarlo al massimo”. Guzzetta, professore di diritto Costituzionale all’Università Torvergata di Roma, presidente di Open Gate Italia, nonché fondatore del movimento Nuova Repubblica – che ha lanciato la sfida del presidenzialismo in Italia, lungi dal voler fare una semplice stroncatura si dichiara d’accordo con Casaleggio nell’individuare una crisi del sistema politico ma non sul modello alternativo proposto dall’ideologo pentastellato; nella misura in cui, secondo il professore, pensare ad una democrazia a partecipazione permanente è un’utopia, dal momento che “esiste sempre un intermediario”.
 width=“L’importante è scegliere e giudicare chi decide”, in altre parole, afferma Guzzetta, il punto è trovare il giusto equilibrio tra la democrazia rappresentativa e quella diretta, argomento sul quale sarebbe lieto di confrontarsi direttamente con Casaleggio, non esclusivamente via Twitter. Infine, senza mezzi termini, a proposito di una democrazia partecipata attraverso il web, tanto osannata da Casaleggio, Guzzetta risponde che è un illusione pensare che “il problema della democrazia sia tecnico e che la tecnologia possa risolverlo con un algoritmo, – perché – la politica non si riduce a una serie di SI o NO”, ma si compone di una serie di scelte complesse, frutto di un confronto e un dibattito tra le parti in causa.

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Per questo il professore sottolinea l’importanza di uno strumento come il referendum – tra l’altro una delle massime espressioni della democrazia diretta – che già in molti altri paesi europei, come la Francia, l’Olanda e l’Irlanda, ha reso possibile l’evoluzione del sistema che adesso bisognerebbe affrontare anche in Italia per evitare di ritrovarsi “come automi a premere pulsanti per rispondere a quesiti predisposti da altri”.
Ludovica Palmieri

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