Weekly Pills
I fatti salienti della settimana
23 – 27 gennaio
Meloni in Nord Africa per accordi sul gas
La settimana si apre con la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni in Algeria, prima tappa di un ciclo di missioni internazionali che si terranno nelle prossime settimane.
Dal Paese nordafricano, che “è due volte strategico per l’Italia” perché “ci vende gas a basso costo e ce ne vende tanto”, Meloni rilancia il “Piano Mattei”, che ha come obiettivo il raggiungimento dell’indipendenza energetica completa e la trasformazione dell’Italia nel “principale hub energetico del Mediterraneo”.
Il Piano, che prevede il raddoppio del gas che arriva in Puglia tramite il TAP, nuove importazioni di gas liquido da Egitto, Congo e Angola, la messa a regime di grandi giacimenti marittimi del Mediterraneo orientale, una progressione del trasferimento del gas algerino e investimenti infrastrutturali, trova il sostegno dell’AD di ENI Claudio Descalzi – presente ad Algeri per la firma di due memorandum tra il colosso petrolifero italiano e Sonatrach -, secondo il quale “il nostro Paese ha caratteristiche geografiche, logistiche e infrastrutturali uniche”.
Sabato la premier volerà nuovamente in Nord Africa, questa volta a Tripoli, in Libia, insieme ai Ministri degli esteri Tajani e dell’interno Piantedosi, per parlare di forniture energetiche e migranti.
Intercettazioni, Meloni incontra Nordio
Non si placa il dibattito sulle intercettazioni e sulla loro riforma, auspicata ed annunciata dal Ministro della giustizia Nordio. Il tema divide non solo le opposizioni – con il Terzo Polo favorevole e PD e 5 Stelle contrari – ma anche la maggioranza: Forza Italia si schiera apertamente a fianco del Ministro, Fratelli d’Italia rimane tiepido mentre la Lega mostra alcune perplessità, con il Segretario Salvini che invita a “non andare allo scontro con la magistratura”.
La Presidente del Consiglio blinda il Ministro con una nota di Palazzo Chigi, nella quale ribadisce la “piena fiducia nel Guardasigilli, che ha fortemente voluto a Via Arenula e con il quale mantiene contatti quotidiani”.
Meloni, pur riconoscendo che “non possiamo più accettare quell’uso distorto degli ascolti che ha prodotto fughe di notizie senza rilevanza penale, la gogna mediatica e processi sommari nei confronti di persone che non erano nemmeno indagate” e annunciando che l’Esecutivo metterà mano alle intercettazioni “evitando uno scontro con i magistrati”, ritiene il tema particolarmente scivoloso e nel corso dell’incontro con il Guardasigilli a Palazzo Chigi prova ad ammorbidirne la linea e a convincerlo ad affrontare i temi più divisivi “più avanti, nell’arco del mandato”. Nordio, che recepisce le indicazioni della premier, già in settimana aveva allentato i toni con la magistratura, dichiarando che “ogni futura riforma, prima di essere affidata alle valutazioni del Parlamento sovrano, si comporrà attraverso l’ascolto di tutte le voci del sistema giustizia, dall’avvocatura all’accademia, e alla magistratura”.
Via libera al nuovo invio di armi a Kiev (mentre è polemica su Zelensky a Sanremo)
Nella giornata di martedì, la Camera approva in via definitiva il sesto decreto per l’invio di aiuti militari all’Ucraina, che autorizza il nostro Paese ad inviare armi e mezzi a Kiev per tutto il 2023. Il centrodestra vota compatto, insieme a Partito democratico e Terzo Polo; contrari i 5 Stelle e Articolo 1. L’Esecutivo è intanto al lavoro su un nuovo decreto Ucraina, che dovrebbe essere firmato a inizio febbraio.
La posizione dell’Italia, saldamente a fianco di Kiev, è stata ribadita da Meloni nel corso di una telefonata, tenutasi mercoledì, con i principali leader occidentali (il Presidente statunitense Biden, quello francese Macron, il cancelliere tedesco Scholz e il Primo Ministro britannico Sunak), nel quadro dello stretto coordinamento euroatlantico sul sostegno all’Ucraina. “Prendendo atto della situazione sul terreno a quasi un anno dall’invasione russa” recita una nota ufficiale di Palazzo Chigi, “i leader hanno ribadito l’importanza di una costante forte coesione tra alleati nel continuare a fornire assistenza a Kiev a 360 gradi.”
Intanto, è polemica sull’invito di Zelensky al festival di Sanremo, al quale il Presidente ucraino si video-collegherà nel corso della serata conclusiva. Tra le voci contrarie vi sono non solo quei politici da tempo tiepidi sul sostegno militare all’Ucraina, come Conte (“non credo che sia così necessario che il presidente ucraino sia in un contesto leggero come quello di Sanremo”) e Salvini (“mi chiedo quanto sia opportuno che il festival della canzone italiana abbia un momento con la guerra e le morti in corso”), ma anche alcuni da sempre schierati a fianco di Kiev come Calenda, secondo il quale Zelensky a Sanremo “è fuori contesto”.
Riforme istituzionali, non solo presidenzialismo
Il ciclo di consultazioni della Ministra delle riforme Elisabetta Casellati con le forze di opposizione per discutere di riforme istituzionali termina nella giornata di venerdì. Non è arrivata nessuna apertura sul presidenzialismo, opzione preferita dal centrodestra e rivendicata come “battaglia storica” di Forza Italia da Berlusconi, ma alcuni spunti su soluzioni alternative sono stati forniti da tutti i partiti.
Il Terzo Polo, che boccia l’elezione diretta del Capo dello Stato perché “il Presidente della Repubblica è l’unica istituzione che gode della fiducia dei cittadini in Italia, perché rappresenta l’unità della Nazione”, rispolvera – trovando l’appoggio delle Autonomie – una soluzione cara a Matteo Renzi, quella del premierato, con “un Presidente del Consiglio con poteri più forti, anche eletto direttamente con una legge elettorale che può essere a due turni, o anche proporzionale, con un premier di coalizione”.
Contrario a presidenzialismo e premierato è il PD, che punterebbe invece su una “riforma del bicameralismo paritario, razionalizzando il rapporto Parlamento-Governo, anche attraverso l’introduzione della sfiducia costruttiva e l’incremento dei poteri del Presidente del Consiglio sia nell’ambito del Governo, sia nell’ambito del procedimento legislativo”.
Più cauta Alleanza Verdi e Sinistra, che vedrebbero con favore solamente un rafforzamento del Parlamento, mentre per il leader del MoVimento 5 Stelle occorre “garantire maggiore stabilità agli esecutivi e rendere più efficace l’azione del Parlamento”.
La Ministra Casellati, che ha annunciato un “brevissimo periodo di riflessione per analizzare tutte le proposte”, incontrerà la premier Meloni per fare il punto “entro la prossima settimana”.
Meloni commissaria il partito romano
Tensione in Fratelli d’Italia, dopo che la leader Giorgia Meloni ha commissariato il partito romano nominando commissario il fedelissimo Giovanni Donzelli al posto di Massimo Milani, vicino al vicepresidente della Camera Rampelli.
La decisione, comunicata con una lettera nella quale Meloni evidenzia “la necessità di gestire con terzietà la corsa alle preferenze” per le elezioni regionali, arriva dopo l’evento elettorale del 22 gennaio organizzato dalla corrente rampelliana e al quale erano stati invitati tutti gli iscritti FdI, mossa che non è stata accolta con favore dai vertici del partito (soprattutto in considerazione dei malumori per la mancata candidatura di Rampelli a governatore del Lazio in favore di Francesco Rocca)
Il commissariamento non va giù a Rampelli, che rivendica il suo “più che leale operato” e chiede la revoca immediata del provvedimento.
Venerdì 27 gennaio, ore 18:15