Weekly Pills
I fatti salienti della settimana
4 marzo – 8 marzo
Elezioni in Abruzzo: lo scenario
Domenica 10 marzo gli abruzzesi saranno chiamati alle urne per scegliere il prossimo Presidente. A differenza di quanto avvenuto in Sardegna, in Abruzzo non è consentito il voto disgiunto; in altre parole, non sarà possibile votare una lista di uno schieramento e il candidato Presidente dell’altro. Gli sfidanti sono Marco Marsilio, candidato per il centrodestra nonché Presidente uscente, e Luciano d’Amico, sostenuto dal centrosinistra. Il divario tra i due, secondo gli ultimi sondaggi, è poco più di un punto percentuale: 51.4% a 49.4 a favore di Marsilio.
Marsilio ha ricevuto l’endorsement di Giorgia Meloni, che ha ne ha sottolineato i meriti: “Marsilio ha governato bene. Ha lavorato sulle infrastrutture. Ha costruito nuovi ospedali”. Secondo Elly Schlein, in gioco c’è il futuro degli abruzzesi: “speriamo che domenica gli abruzzesi scelgano dei riappropriarsi del proprio futuro sostenendo la candidatura di Luciano D’Amico”. La Segretaria Dem auspica un “effetto Sardegna”, che confermi il momento di difficoltà del centrodestra. Anche Giuseppe Conte, leader del MoVimento 5 Stelle, ha girato la regione in lungo e in largo per portare acqua al mulino di D’Amico con lo slogan “non molliamo”.
Caso dossieraggio, cos’è successo finora
La premier Giorgia Meloni è intervenuta per la prima volta sull’inchiesta di Perugia: “Vogliamo sapere chi sono i mandanti perché questi sono metodi da regime“, ha dichiarato dall’Abruzzo. La Meloni ha espresso preoccupazione per il presunto utilizzo improprio dei database pubblici da parte di funzionari dello Stato e giornalisti coinvolti nell’inchiesta. Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, e il ministro della Giustizia Carlo Nordio hanno a propria volta sollevato dubbi sull’uso delle banche dati e sull’effettivo rispetto della privacy.
Nel frattempo, il presidente del Senato Maurizio Gasparri ha chiesto l’intervento di Sergio Mattarella come capo del Consiglio Superiore della Miagistratura, mentre il vicepremier Matteo Salvini ha annunciato che denuncerà lo scandalo in tutte le Procure. L’indagine, ora trasformata in un caso politico, continua a sollevare domande e preoccupazioni sullo stato della democrazia e dei diritti civili nel Paese. Il ministro della Difesa Guido Crosetto, a seguito della sua denuncia che ha dato origine all’indagine, ha deciso di mantenere il silenzio, nel rispetto l’inchiesta in corso. La sua vicenda solleva interrogativi su come garantire la giustizia e la trasparenza nell’ambito delle istituzioni italiane. Inoltre, Crosetto ha evidenziato la necessità di istituire una commissione di inchiesta parlamentare per indagare su queste gravi accuse e garantire un’analisi completa della situazione.
Al via la dodicesima edizione della Leopolda
La dodicesima edizione della Leopolda parte oggi, venerdì 8 marzo, in concomitanza della Giornata internazionale delle donne. E infatti la prima giornata è incentrata proprio sul tema dei diritti femminili. Sarà Lucia Annibali a dare il via al tutto, alle 21, seguita da Matteo Renzi che sarà sul palco assieme al padre di Ilaria Salis. Sabato mattina sarà ospite della Leopolda il teologo Padre Paolo Benanti, scelto dal Governo come Presidente della Commissione sull’intelligenza artificiale. Sono attesi anche Carlo Nordio, il Ministro della Giustizia, e il professore ed ex Giudice della Corte Costituzionale Sabino Cassese per un panel su democrazia e giustizia.
Nel presentare l’evento tramite la sua E-News, Renzi ha definito la Leopolda come “un luogo più importante di quello che pensiamo” che, secondo il leader di Italia Viva, ha cambiato le forme della politica e gli ultimi quindici anni di storia del Paese.
Il discorso di Mattarella ai vertici Casagit
Il Presidente Sergio Mattarella, durante un incontro con i vertici della Casagit, ha sottolineato i poteri precisi conferitigli dalla Costituzione, ribadendo la sua intenzione di esercitarli in modo indipendente. In un contesto in cui gli appelli su questioni legislative e affari pubblici si susseguono, Mattarella ha chiarito di essere un custode dei principi costituzionali piuttosto che una figura sovrana suscettibile di persuasione.”Qui tengo un fischietto,” ha dichiarato metaforicamente, richiamando l’attenzione. Ha sottolineato che cercare di influenzare la sua agenda è inutile. “Il Presidente non è più un sovrano, per fortuna,” ha commentato, “ma non rinuncia ai suoi poteri.”
Affrontando i giornalisti, Mattarella ha ribadito il principio costituzionale della libertà di stampa e ha sottolineato le responsabilità che la accompagnano, tra cui la lealtà, l’indipendenza nell’informazione e il rispetto dei fatti. Ha poi chiarito il processo di promulgazione delle leggi, evidenziando che il suo compito è quello di garantire il rispetto della Costituzione da parte di tutti gli organi dello Stato, compreso lui stesso.
Gianantonio Da Re espulso dalla Lega
L’eurodeputato Toni Da Re, al secolo Gianantonio, è stato espulso dalla Lega dopo 42 anni di militanza. La decisione è stata presa nel corso del direttivo regionale del Veneto con 14 voti a favore, 4 contrari e un’astensione. Il Segretario veneto, Alberto Stefani, ha proposto il provvedimento disciplinare dopo che Da Re ha definito Matteo Salvini “un cretino”. Si tratta di un colpo, oltre che allo stesso Da Re, a quell’ala della Lega insofferente rispetto alle politiche del Vicepremier. Nel difendersi, l’Eurodeputato ha dichiarato: “ho sempre fatto il mio lavoro, ho avuto i posti con le preferenze, ho sempre fatto politica a mie spese, dopo aver lavorato”. Da Re ha poi sottolineato che la sua era una “critica politica” e che “cercavano un pretesto per farmi fuori”.
Il segretario Stefani ha anche fatto sottoscrivere ai membri del direttivo un documento nel quale si chiede di porre fine ai dibattiti a mezzo stampa, specificando che le discussioni devono avvenire solo nelle sedi opportune. Ad ogni modo, Da Re è uno dei simboli della Lega e la sua espulsione segna uno spartiacque nella storia del partito.
Venerdì 8 marzo, ore 17:30