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I principali fatti dal mondo della politica
Focus
Settimana
17/21
Lug

I fatti salienti della settimana

Settimana Politica n.28/2023

17 – 21 luglio

Zaki libero, la soddisfazione del governo

È libero Patrick Zaki. Il cittadino egiziano studente dell’università di Bologna era stato arrestato il 7 febbraio 2020, con l’accusa di minaccia alla sicurezza nazionale dell’Egitto, incitamento di proteste illegali, sovversione, diffusione di false notizie e propaganda di terrorismo. Condannato in settimana a 3 anni di carcere, ha ricevuto la grazia dal presidente egiziano Al Sisi lo scorso mercoledì

Soddisfazione quindi da parte del Governo, accusato dall’opposizione nei mesi precedenti di immobilismo nei confronti di Zaki. Secondo alcuni, tuttavia, il governo avrebbe ottenuto la grazia per Zaki in cambio delle richieste di verità e giustizia per Giulio Regeni, torturato ed ucciso nel 2016 da egiziani individuati ma coperti dal regime. Smentisce categoricamente il ministro degli Esteri, Antonio Tajani: “Come per la liberazione di Alessia Piperno, come con l’Iran. Grande gioco di squadra tra Palazzo Chigi, noi della Farnesina, i nostri ambasciatori, la nostra intelligence. E poi silenzio, discrezione, concretezza, toni bassi, nessuna minaccia e assolutamente nessun baratto. La liberazione di Alessia e di Patrick sono avvenute senza nulla in cambio” e definisce “una balla colossale” la richiesta del Presidente egiziano di mettere la sordina al caso Regeni.

La premier Meloni ieri ha ringraziato Al Sisi e ha aggiunto che ora è il momento di rafforzare la cooperazione tra i due Paesi sui dossier politici, di sicurezza, militari ed economici di interesse comune.

Sbloccata la terza rata del Pnrr

Il Pnrr si sblocca. Accordo raggiunto sul problema dei posti letti negli studentati universitari, che dovrebbe sbloccare – benché con mesi di ritardo – la terza rata del Piano nazionale di ripresa e resilienza. L’intesa che il Ministro degli Affari Europei Raffaele Fitto presenterà alla Cabina di regia del Pnrr è articolata su più stadi per risolvere un problema di fondo: l’Italia, secondo la Commissione europea, non era riuscita a raggiungere l’obiettivo quantitativo previsto di aggiungere 7.500 posti letto in studentato entro la fine del 2022. Il governo si è sempre detto convinto di aver soddisfatto questa richiesta ma, secondo Bruxelles, una parte dei posti letto era preesistente e non avrebbe dovuto essere contata nel finanziamento. Ora arriva un compromesso simile a quello raggiunto sugli asili nido, dove la contestazione di Bruxelles relativamente alla quarta rata (obiettivi di giugno 2023) era stata simile. Il compromesso è il seguente: l’obiettivo quantitativo di creare 7.500 posti in studentato entro fine 2022 sparisce; al suo posto ci sarà un obiettivo qualitativo, relativo ad aver avviato tutte le procedure necessarie (gare, autorizzazioni) perché l’Italia crei un numero complessivo di 60 mila posti letto universitari in più entro la fine del 2026. Quest’obiettivo qualitativo inoltre non sarà più legato alle scadenze della terza rata (dicembre 2022), ma a quelle della quarta rata (giugno 2023).

In questo modo il pagamento della terza rata verrà effettuato senza tenere conto delle somme legate alla creazione degli studentati. Tuttavia, quella quota di fondi (fra 300 e 500 milioni di euro, a seconda dell’interpretazione) verrà integrata negli obiettivi della quarta rata e versata con quella.

Via libera al Salva-infrazioni

Il Senato approva con 79 sì, 26 no e 27 astenuti il c.d. Dl salva-infrazioni. Il provvedimento, che passa ora alla Camera, mira ad agevolare la chiusura di 8 procedure di infrazione, di 7 casi di pre-infrazione e di un caso di aiuto di Stato, nonché ad adeguare l’ordinamento nazionale a 4 regolamenti e una direttiva.

Le procedure di infrazione sulle quali si interviene sono relative a diverse materie, dall’agevolazione in materia d’imposta di registro per l’acquisto della cosiddetta prima casa alle misure di tutela nei procedimenti penali e nel procedimento di esecuzione del mandato di arresto europeo; dalla risposta alle censure mosse da parte dalla Commissione sotto il profilo dell’abuso del precariato e della disparità di trattamento del personale scolastico e dei Vigili del Fuoco con contratto a tempo determinato rispetto al personale a tempo indeterminato, alle misure per il miglioramento della qualità dell’aria e della prevenzione dei rischi connessi all’esposizione alle radiazioni ionizzanti.

Quanto alle procedure di pre-infrazione, – spiega in una nota palazzo Chigisi agevola la chiusura dei casi aperti alla Commissione europea in relazione alle disposizioni in materia di: garanzia dei depositi bancari; cumulo dei periodi di assicurazione maturati presso organizzazioni internazionali; l’eliminazione di disposizioni restrittive della concorrenza in materia di pubblicità nel settore sanitario; rilascio dei passaporti; verifica dell’efficienza degli investimenti nella rete di distribuzione del gas.

Pace Fiscale: è scontro tra Salvini e Ruffini

Se qualcuno ha un problema fino a 30 mila euro che si trascina da anni chiudiamolo. Gliene chiediamo una parte e azzeriamo tutto il restocosì il ministro Matteo Salvini ha aperto alla possibilità di una pace fiscale. Mancano i dettagli fondamentali, ma il leader del Carroccio sembra riferirsi a una sorta di condono fiscale che andrebbe ad azzerare i debiti di chi non ha pagato. Anche il Ministro Pichetto Fratin ha condiviso l’idea, ventilando l’ipotesi di un condono che significa “una valutazione su chi è in grado di pagare”.

A non essere d’accordo è Ernesto Maria Ruffini, direttore dell’Agenzia delle entrate. Pur non nominando mai direttamente il ministro Salvini, ha sottolineato che “il contrasto all’evasione non è volontà di perseguitare qualcuno. L’Agenzia è una amministrazione dello Stato, non un’entità belligerante”. Ruffini non ha gradito l’idea che l’Agenzia delle entrate passi per un’organizzazione che tiene in “ostaggio” i cittadini; per il Direttore si tratta di “un fatto di giustizia nei confronti di tutti coloro che – e sono la stragrande maggioranza – le tasse, anno dopo anno, le pagano, e le hanno pagate, sempre fino all’ultimo centesimo, anche a costo di sacrifici e nonostante l’innegabile elevata pressione fiscale

Firmato il Memorandum d’intesa tra Ue e Tunisia

In Tunisia, dove è tornata per la terza volta in un mese la premier Giorgia Meloni, è stato sottoscritto il memorandum d’intesa tra Unione europea e Tunisia che impegna il Paese nordafricano a collaborare per bloccare la partenza i migranti che raggiungono Lampedusa, in cambio di aiuti finanziari. Sono 105 i milioni che l’Europa mette a disposizione di Tunisi. Assieme alla Meloni erano presenti, per l’Europa, la presidente della Commissione Ursula von der Leyen, e il primo ministro olandese Mark Rutte. Per la Tunisia, invece, era presente il presidente Kais Saied.

La Meloni ha spiegato che “il memorandum è un passo importante verso la creazione di un vero partenariato fra la Tunisia e l’Ue, che possa affrontare in maniera integrata la crisi migratoria e lo sviluppo per entrambe le sponde del Mediterraneo”. Nel sottolineare come questa partnership debba essere considerata un modello per costruire nuove relazioni con l’Africa, la Premier ha poi puntualizzato che dovranno seguire altre intese allo scopo di “mettere a terra gli obiettivi che ci siamo dati”. Il Memorandum d’intesa potrà entrare in vigore solo dopo che sarà stato ratificato da tutti gli Stati membri.

Il DL Alluvione torna in Commissione

A sorpresa, il DL Alluvione torna in Commissione. La decisione è stata presa al termine della discussione generale da parte dell’Aula della Camera sul provvedimento. Invece di porre la questione di fiducia, infatti, il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, ha chiesto una sospensione della seduta per 30 minuti; al termine della pausa, il Presidente della Commissione Ambiente, Mauro Rotelli (FdI), ha chiesto il rinvio del testo in Commissione.

Sono stati riscontrati problemi di copertura su una norma contenuta in un emendamento del PD che prevede le figure di sub Commissari nelle persone dei tre presidenti delle Regioni colpite dal cataclisma di maggio. La Commissione dovrà ora decidere se trovare una copertura o se eliminare la parte “incriminata” della norma. Le opposizioni hanno attaccato il Governo parlando di “ennesimo pasticcio” e di “manovra contro l’Emilia-Romagna”.

Venerdì 21 luglio, ore 16.00