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I fatti salienti della settimana

31 Luglio – 4 Agosto
Fondi PNRR, via libera dalla Commissione Ue
È arrivato il via libera della Commissione europea al pagamento all’Italia della terza rata del PNRR da 18,5 miliardi e alle modifiche degli obiettivi (10 su 27) della quarta rata, che ora vale 16,5 miliardi. Sono serviti quasi sette mesi per verificare il raggiungimento dei target concordati per la tranche numero tre, di cui l’Italia aveva chiesto il pagamento a fine dicembre scorso.
“La valutazione positiva delle modifiche mirate degli impegni in vista della quarta rata – ha commentato il commissario Ue all’Economia Paolo Gentiloni – spianerà all’Italia la via per richiederne lo sblocco dopo la pausa estiva. La Commissione continuerà a collaborare in modo costruttivo con le autorità italiane affinché il Paese possa fruire appieno dell’opportunità straordinaria che il piano rappresenta”. Lo conferma anche la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen: “Continueremo a essere al fianco dell’Italia in ogni passo necessario per assicurare che il Piano sia un successo italiano ed europeo: avanti tutta con Italia domani”. Soddisfatta la premier Giorgia Meloni che ringrazia la presidente von der Leyen.
Per quanto concerne le dieci modifiche richieste per la quarta tranche, si va dagli asili nido, con l’impegno a lanciare un nuovo bando per il completamento dei lavori preso atto che non tutti sono stati assegnati per realizzare i 264 mila posti aggiuntivi, al ridimensionamento del Progetto Cinecittà, dalla rimodulazione dei target per la sperimentazione dei treni all’idrogeno alle modifiche sul Superbonus e alla riapertura delle gare per le colonnine elettriche.
Le opposizioni restano comunque scettiche sulle modifiche.
Terzo Polo, ipotesi gruppi separati
Il Terzo Polo sembra giunto definitivamente ai titoli di coda. Ad acuire nuovamente la tensione tra Azione ed Italia Viva ci ha pensato il deputato renziano Roberto Giachetti che, su Radio Leopolda, si è chiesto: “ha ancora senso che Azione e Italia Viva continuino a stare insieme? Continuare così mi sembra assolutamente non solo devastante, ma anche deprimente. È ora di dividere i gruppi”. Non si è fatta attendere la replica di Carlo Calenda a mezzo social: “nei prossimi giorni verificheremo con i vertici di Italia Viva le loro intenzioni”.
A dividere Azione e Italia Viva sono due questioni che figuravano tra i temi del programma comune del Terzo Polo: salario minimo, da cui Renzi ha preso le distanze, è premierato, su cui invece si è sfilato Calenda. Il vero tema sono le elezioni europee dell’anno prossimo: nessuno dei due partiti, da solo, raggiunge la soglia del 4%, sbarramento al di sotto del quale non si accede all’Europarlamento. È attesa una riunione dei gruppi parlamentari che potrebbe ufficializzare definitivamente la separazione.
Rinviata la discussione sul salario minimo
La Camera approva la questione sospensiva della maggioranza volta a sospendere l’esame della proposta di legge dell’opposizione sul salario minimo per un periodo di sessanta giorni. I voti a favore sono stati 168, 128 i contrari, tre gli astenuti.
Dura la protesta delle opposizioni con la leader del PD, Elly Schlein che dichiarato «porteremo avanti questa battaglia nelle piazze. La questione del salario è enorme che non può essere sospesa, rinviata, la povertà non va in vacanza, non conosce pausa, e divide il paese, ruba il futuro, deprime la crescita». E ha spiegato: «Quella che oggi ci troviamo a discutere non è una semplice sospensiva, ma è la rappresentazione plastica della fuga della maggioranza. La maggioranza di destra su un tema reale, messa di fronte a una proposta unitaria delle opposizioni, fugge ma almeno abbiamo fermato il vostro proposito di cancellare la nostra proposta».
Il leader M5S Giuseppe Conte ha attaccato la premier: «È un mistero inglorioso, in questa vicenda, il vero pensiero della presidente Meloni. Davvero siete convinti, come sembra alludere Meloni, che la fissazione di un salario minimo potrebbe far abbassare gli stipendi, davvero volete creare confusione dicendo che il salario minimo compromette la contrattazione collettiva? Meloni, se intende questo, non ha letto una riga della nostra proposta».
Tajani riorganizza FI in attesa del Congresso
Il Congresso per l’elezione del nuovo segretario nazionale di Forza Italia si terrà il 24 e il 25 febbraio dell’anno prossimo, ben prima delle elezioni europee di giugno. La proposta di Antonio Tajani, segretario ad interim, è stata approvata all’unanimità. Lo stesso Tajani ha annunciato che intende candidarsi: “io mi candiderò, se poi avrò i numeri lo decide il congresso”.
Ad ogni modo, in attesa dell’appuntamento di febbraio, sono stati istituiti tre nuovi settori nazionali: il Portavoce, affidato a Raffaele Nevi, Vicecapogruppo alla Camera, quello della macchina elettorale, che andrà ad Alessandro Battilocchio, e infine il settore relativo all’identità del partito, con a capo Gregorio Fontana, ex responsabile dell’organizzazione sostituito da Francesco Battistoni. Insomma, Tajani ha rafforzato la sua posizione nel partito aggiungendo alcuni elementi di peso e confermando, per il resto, il gruppo dirigente. Ad ogni modo, saranno il congresso e le europee a sancire i destini del partito da poco orfano di Silvio Berlusconi.
Renzi punta al premierato
Matteo Renzi ha presentato come primo firmatario il ddl che prevede l’introduzione dell’elezione diretta del presidente del Consiglio. “Semplice”, ha spiegato il leader di Italia Viva, “il cittadino elegge il capo del governo come elegge il sindaco”. Non una mano tesa a Giorgia Meloni, ha precisato Renzi, perché “sulle riforme si lavora insieme, maggioranza e opposizione”. Per altro, il premierato faceva parte del programma del Terzo Polo. Renzi ha poi sollecitato il Governo ad accelerare sull’elezione diretta del Presidente del Consiglio: “perdono tempo, allora firmo io, vediamo chi ci sta. Vogliamo stare ad agosto a discuterla? Siamo pronti”.
L’idea, ad ogni modo, almeno sulla carta non dovrebbe dispiacere alla Meloni, che del premierato ha fatto un suo cavallo di battaglia, senza dimenticare che Elisabetta Casellati, Ministro per le riforme istituzionali, aveva promesso un disegno di legge in merito entro l’estate. Più cauto l’approccio di Carlo Calenda, che attende un confronto serio con il Governo e possibilmente una proposta.
Obbligo di assicurazione per monopattini e veicoli elettrici leggeri
È stato approvato dal Consiglio dei ministri, in via preliminare, uno schema di decreto legislativo che recepisce la direttiva europea sulla responsabilità civile auto. Lo schema estende l’obbligo di assicurazione responsabilità civile ai veicoli elettrici a cosiddetta mobilità leggera, in particolar modo biciclette e monopattini. Il testo introduce, inoltre, modifiche al codice della Strada e al codice delle assicurazioni private, stabilendo i casi in cui l’assicurazione è obbligatoria. Il decreto prevede l’obbligo di copertura assicurativa per tutti i veicoli, indipendentemente dal terreno d’uso e dalla circolazione in zone con restrizioni. Tuttavia, sono previste alcune deroghe per i veicoli non idonei all’uso come mezzo di trasporto e quelli sospesi o ritirati dalla circolazione. La sospensione volontaria dell’assicurazione è ora regolamentata, ma con una durata massima di nove mesi rispetto all’annualità. Oltre a ciò, il decreto mira a rafforzare il ‘preventivatore’ per permettere ai consumatori di confrontare gratuitamente i prezzi delle diverse imprese assicurative.
Venerdì 4 agosto, ore 17.45