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Gen

I fatti salienti della settimana

Settimana Politica n. 1/2023

9 – 13 gennaio

Caro carburanti, è scontro nella maggioranza…

Il 2023 inizia in salita per l’Esecutivo, che si trova a dover fronteggiare numerose critiche dovute all’aumento del prezzo dei carburanti, causato dalla decisione di non prorogare lo sconto sulle accise introdotto lo scorso marzo dal Governo Draghi.

Gli attacchi non arrivano solo dalle opposizioni, ma anche dai partiti di maggioranza: il leader leghista Salvini spinge per un taglio delle accise, mentre da Forza Italia si fanno sentire il responsabile del Dipartimento Energia Luca Squeri, che parla di “misure populiste”, e la capogruppo al Senato Licia Ronzulli, la quale promette “un nuovo intervento per tagliare le accise” se i prezzi dei carburanti rimarranno alti.

Dalle opposizioni viene sottolineato come il taglio delle accise fosse previsto nel programma elettorale di Fratelli d’Italia, accusando la Presidente del Consiglio di “incoerenza”. Meloni risponde sia attraverso il format social “Appunti di Giorgia” che con una nota, difendendo l’operato del Governo (“Per tagliare le accise – si tratta di una spesa di 10 miliardi — non avremmo potuto aumentare il fondo sulla sanità, la platea delle famiglie per calmierare le bollette domestiche, aumentare l’assegno unico per i figli, creare un “carrello-spesa”, finanziare la decontribuzione per i nuovi assunti, il fondo per i crediti delle Pmi”) e specificando che “nel programma di Fratelli d’Italia non c’era il taglio delle accise ma la loro sterilizzazione. Vuol dire che se il prezzo del greggio salirà oltre una certa soglia, gli incassi derivati dall’Iva potranno essere utilizzati per ridurre le accise”. 

…e i benzinai annunciano (e poi congelano) lo sciopero

A rendere la situazione ancora più complicata per l’Esecutivo vi sono le accuse di speculazione mosse dalla premier e da alcuni Ministri nei confronti dei benzinai. A inizio settimana Meloni e il Ministro dell’economia Giorgetti incontrano il comandante della Guardia di Finanza Zafarana per valutare “ogni possibile ulteriore azione di contrasto alle speculazioni in atto”, mentre nella serata di martedì il Governo vara un decreto-legge che impone ai distributori l’obbligo di esporre il tabellino con il prezzo medio nazionale vicino a quello di vendita e prevede la possibilità di fissare un tetto al prezzo dei carburanti in autostrada.

I benzinai reagiscono proclamando due giorni di sciopero il 25 e 26 gennaio, per “porre fine all’ondata di fango scatenata dal Governo contro un’intera categoria di lavoratori solo per cercare di coprire le proprie responsabilità politiche”.

L’annuncio spinge l’Esecutivo a fare un passo indietro. Nella serata di giovedì il Consiglio dei Ministri modifica il decreto-legge approvato due giorni prima, prevedendo la possibilità di diminuire il prezzo finale dei carburanti ricorrendo all’eventuale aumento del gettito IVA in caso di un incremento del prezzo del greggio, mentre venerdì mattina Meloni incontra a Palazzo Chigi le organizzazioni dei benzinaiper ribadire che non c’è volontà di fare scaricabarile, ma anzi si vuole mettere al riparo la categoria da certe mistificazioni” sugli aumenti dei prezzi.

L’incontro, definito proficuo dai rappresentanti del settore, porta ad un congelamento dello sciopero, in attesa di un nuovo incontro tra Governo e sindacati previsto prima del 25 gennaio.

PNRR, l’accelerazione del Governo e le aperture dalla UE

Giovedì il Ministro Fitto ha riunito a Palazzo Chigi la Cabina di Regia per il PNRR per fare il punto con tutte le amministrazioni centrali e territoriali sull’attuazione delle misure del Piano. Entro il 30 giugno 2023 l’Italia dovrà raggiungere 27 obiettivi per poter chiedere all’Unione europea la quarta rata di finanziamenti da 16 miliardi di euro.

Nel corso dell’incontro il Governo ha confermato l’approdo in Consiglio dei Ministri, entro fine mese, del decreto legge che rivedrà la governance del Piano, al fine di accelerare la realizzazione di tutti gli obiettivi, e la convocazione nelle prossime settimane di apposite riunioni tecniche bilaterali dove sarà verificato lo stato di attuazione di ciascuna misura.

La tempestiva convocazione della Cabina di Regia” ha commentato Fitto “conferma l’impegno del Governo a realizzare tutti gli obiettivi del PNRR, verificando e monitorando costantemente tutte le prossime scadenze, come già fatto nei mesi scorsi attraverso il nuovo metodo che assegna centralità alle funzioni e ai compiti della Cabina di Regia. Tale metodo ha già consentito, infatti, a questo Governo di raggiungere i 55 obiettivi previsti al 31 dicembre 2022”.

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è stato anche al centro dell’incontro tra Meloni e la Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, avvenuto lunedì a Roma in vista del Consiglio europeo straordinario del 9-10 febbraio. La Presidente del Consiglio ottiene la disponibilità della Commissione ad un confronto sulla attuazione del Piano e sulla possibilità di applicare alcune modifiche, in particolare alla luce dell’aumento del costo delle materie prime. Al centro dell’incontro – definito positivo sia da von der Leyen che dallo staff di Palazzo Chigi – anche i temi dell’immigrazione, della politica industriale europea e degli aiuti di Stato.

Via libera al DL Ucraina, mal di pancia nella Lega

Nella giornata di mercoledì il Senato ha approvato in prima lettura il decreto Ucraina, che proroga per tutto il 2023 l’autorizzazione ad inviare armi all’Ucraina (non si tratta di un provvedimento su uno specifico invio di armi, ma consente al Governo di approvare di volta in volta i vari invii senza la necessità un voto parlamentare per ciascuno).

Il testo, che dovrà essere approvato dalla Camera entro il 23 gennaio, ha causato alcuni mal di pancia all’interno della Lega, il partito di maggioranza più critico in merito alla concessione di nuovi aiuti militari a Zelensky. Secondo il Carroccio, che ha comunque votato a favore del provvedimento, occorre “smettere di pensare che la pace possa esserci solo con la sconfitta o l’umiliazione di Mosca”, e che anzi questo approccio porta ad un “rischio della terza guerra mondiale o di una guerra nucleare”.

La posizione del Governo rimane comunque saldamente a fianco dell’Ucraina, come ha più volte ricordato la premier Meloni e come ha ribadito allo stesso Zelensky il Ministro delle imprese Adolfo Urso, in visita a Kiev nella giornata di giovedì insieme al Presidente di Confindustria Carlo Bonomi: “Ho confermato al presidente Zelensky il pieno sostegno del Governo, del Parlamento e del popolo italiano alla causa di libertà e d’indipendenza del popolo ucraino”.

Primarie PD, c’è l’accordo sul voto online (ma solo per pochi)

Dopo giorni di dibattito, il Partito democratico trova la quadra sul voto online alle primarie, prevedendolo solo per una ristrettissima categoria di persone. Potranno votare per il prossimo Segretario senza recarsi fisicamente ai gazebo solo coloro che vivono all’estero, gli studenti e le studentesse fuori sede, i disabili, gli anziani e chi vive in zone isolate e lontane dal gazebo.

I paletti previsti provano a mediare tra le diverse correnti interne al partito. Non tutti, infatti, sono d’accordo con lo strumento online: Paola De Micheli, candidata alla segreteria, ritiene che il voto online introdotto a 40 giorni dal voto cambi la natura del PD e che tali decisioni vadano prese di concerto con gli iscritti. A favore del voto da remoto, invece, Elly Schlein e Gianni Cuperlo. Ancora da decidere la piattaforma che sarà utilizzata, ma è improbabile che il partito accetti il supporto di Camelot, l’erede di Rousseau, proposto dai fondatori Davide Casaleggio e Enrica Sabatini.

Nel mentre, il Presidente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini parla già da leader, annunciando una sorta di rottamazione “gentile” e la volontà incontrare Giorgia Meloni. A proposito di rottamazione, “nessuno va allontanato”, secondo Bonaccini, ma “qualcuno deve tornare in panchina. Quando perdi da troppo tempo il gruppo nazionale va sostituito”.

UE, il Parlamento annuncia nuove regole sulla trasparenza

La Presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola ha presentato un documento con 14 obiettivi in risposta allo scandalo Qatargate, allo scopo di “rafforzare l’integrità, l’indipendenza e l’assunzione di responsabilità del Parlamento europeo” e ricostruire la fiducia nel processo decisionale europeo, avviando un’ampia riforma dell’Europarlamento.

Tra i punti più significativi vi è l’introduzione di un “cooling off period”, un periodo di “pausa” (da 5 a 24 mesi in base alla durata del mandato svolto) imposta agli eurodeputati prima che questi, terminato il mandato, possano intraprendere attività di rappresentanza di interessi nei rapporti con le istituzioni europee.

Per quanto riguarda gli altri obiettivi, si spazia dall’istituzione di un Registro di Trasparenza per poter partecipare ad audizioni e altri eventi parlamentari a disposizioni che riguardano la trasparenza. Gli eurodeputati, così come i loro collaboratori, dovranno pubblicare i resoconti delle riunioni con gli interlocutori esterni in merito a rapporti o risoluzioni del Parlamento europeo. Verranno inoltre vietati i cosiddetti “gruppi di amicizia” con Paesi terzi non ufficiali e sarà istituito un registro con lo scopo di tenere traccia dei portatori di interesse che accedono al parlamento europeo.

È prevista infine una intensificazione dell’azione del Parlamento europeo per la protezione dei diritti umani nel mondo e un potenziamento del contrasto alle interferenze straniere.

Venerdì 13 gennaio, ore 18:15

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