Weekly Pills
I fatti salienti della settimana
29 aprile – 3 maggio
Al via la campagna per le Europee: pubblicate le liste
Entra nel vivo la campagna per le Elezioni europee di giugno: sono state pubblicate le liste che racchiudono i nomi dei candidati. Per Fratelli d’Italia nessuna grande sorpresa: la premier Giorgia Meloni (“detta Giorgia”) guida le liste e al Centro se la vedrà con la Segretaria dem, Elly Schlein. La sfida sarà anche con Carlo Calenda e Matteo Renzi, che correrà con Stati Uniti d’Europa. Non sarà candidato invece Matteo Salvini, che punta su Roberto Vannacci. Candidato anche Antonio Tajani, con FI che correrà insieme a Noi Moderati. Sempre con FI, altro nome di rilievo è quello di Letizia Moratti. Giuseppe Conte, invece, segue l’esempio di Salvini al grido di “non posso dire votatemi per andare all’Europarlamento perché poi non ci andrei”.
Il PD, oltre alla Schlein, mette in campo – tra gli altri – Cecilia Strada, Stefano Bonaccini (capolista nel Nordest), Lucia Annunziata e i sindaci Nardella e Decaro senza dimenticare Nicola Zingaretti. Il MoVimento 5 Stelle ha scelto di puntare su un mix tra eurodeputati uscenti e volti della società civile: Maria Angela Danzì, all’Europarlamento dal 2022, ad esempio, ma anche l’ex Presidente INPS, Pasquale Tridico, e Carolina Morace, allenatrice tra le altre della Nazionale femminile e già calciatrice. Nessuna particolare sorpresa da Carlo Calenda, che punta all’Europa, tra gli altri, con Elena Bonetti, Marcello Pittella, Federico Pizzarotti e Giuseppe Zollino. Candidatura non scevra di polemiche è quella di Ilaria Salis, capolista nel Nordovest con AVS, attualmente detenuta in Ungheria e che, se eletta, potrà beneficiare dell’immunità. Tra i candidati di AVS si segnalano anche Ignazio Marino, Mimmo Lucano e Leoluca Orlando.
Con l’intensificarsi della campagna elettorale si accendono anche vecchie e nuove polemiche: Matteo Renzi ha avuto da dire sulle candidature “di servizio” di leader come la Meloni o Tajani: “i partiti usano le candidature per contarsi in Italia […] se eletto, vado davvero in Europa”. E tra i candidati non è solo la Salis a far parlare di sé: il generale Vannacci ha diviso l’opinione pubblica, anche in seno alla Lega. Il presidente veneto Luca Zaia ha dichiarato che non voterà Vannacci ma un candidato veneto e anche Massimiliano Fedriga, Presidente del Friuli-Venezia Giulia, non lo sosterrà pur sperando che il Generale “possa contribuire a fare delle liste forti e ottenere un buon risultato per la Lega”. Ma oltre ai nuovi candidati anche gli europarlamentari uscenti fanno parlare di sé: uno su tutti Pietro Fiocchi, Europarlamentare di FdI, che ha optato per farsi ritrarre in un manifesto elettorale con il fucile spianato, cosa che ha scatenato la reazione di Angelo Bonelli: “È la destra di Giorgia Meloni che odia animali e natura”. Al di là delle polemiche, ad ogni modo, la scelta di Fiocchi è da spiegarsi con la sua vicinanza ai cacciatori, “categoria a cui appartengo” – come dichiarava in occasione delle Europee 2019 – e, in generale, al mondo delle armi (un passato in Marina e, nel 2015, membro del CdA di Target, ditta neozelandese impegnata nella produzione di cartucce da caccia e da tiro). Insomma, a poco più di un mese dalle Elezioni, quel che è certo è che si preannuncia un maggio molto caldo. E non solo per il clima.
Gli esiti del G7 Clima, Ambiente ed Energia
Il Summit del G7 dedicato al clima, all’ambiente e all’energia si è concluso con un importante passo avanti: l’approvazione della Carta di Venaria. Una delle decisioni chiave è stata quella di eliminare gradualmente l’uso delle centrali a carbone entro la prima metà del 2030. Nel settore dei trasporti, l’elettrico si conferma come protagonista principale, relegando i biocarburanti in secondo piano, nonostante l’iniziale interesse espresso dal governo italiano durante il vertice.
Un altro tema di grande rilevanza è stato l’abbandono del gas, con l’obiettivo di garantire l’indipendenza energetica e prevenire situazioni simili a quella che è seguita al conflitto russo-ucraino. Per raggiungere questa meta, il G7 si è concentrato sulle energie rinnovabili, con l’obiettivo ambizioso di aumentare la capacità di accumulo energetico fino a sei volte entro il 2030. Ciò richiederà un raddoppio degli investimenti globali, che dovrebbero superare i 600 miliardi di dollari all’anno.
Inoltre, è stata istituita la “Coalizione del G7 per l’acqua”, volta ad affrontare la crisi idrica globale. I Ministri hanno spiegato che questa coalizione mira a stabilire obiettivi e strategie comuni per affrontare la crisi idrica globale, integrando in modo efficace e coerente la questione dell’acqua in vari contesti, compresi i forum e i processi esistenti. Questo impegno mira anche a aumentare l’attenzione politica sull’acqua a livello globale, massimizzando l’impatto del G7 e coordinandosi con altre iniziative globali.
Von der Leyen non chiude ai Conservatori
Ursula von der Leyen, Presidente uscente della Commissione europea, non ha escluso la possibilità di collaborazioni future con i conservatori europei, aprendo così spazi di dialogo nella prossima legislatura. Durante il dibattito a Maastricht, von der Leyen ha comunque evitato una presa di posizione netta, deludendo quelli che speravano in un impegno più deciso a favore dell’Europa unita. Tuttavia, ha sottolineato che la composizione del prossimo parlamento sarà determinante per ogni possibile alleanza. L’eventuale convergenza tra il PPE e l’ECR ha scatenato polemiche, con il candidato socialista Nicolas Schmit che ha esortato von der Leyen a chiarire la sua posizione, evidenziando i potenziali conflitti con l’estrema destra. La questione dei diritti LGBTQI+ è emersa come punto centrale, rappresentando la divergenza tra un’UE progressista e le forze conservatrici.
Sebbene temi come l’immigrazione irregolare e la lotta al cambiamento climatico uniscano i candidati, le divergenze sul Green Deal rimangono evidenti, con i Verdi che criticano von der Leyen per aver ceduto alle pressioni degli agricoltori. La Presidente uscente, che ambisce a un secondo mandato, non può ignorare la possibilità di un’alleanza con l’ECR (il cui braccio polacco l’ha sostenuta durante la sua prima nomina). Resta però da sciogliere il nodo Viktor Orban, che si è recentemente avvicinato al gruppo dei conservatori; ciò potrebbe essere un ostacolo per una sua eventuale inclusione nell’alleanza ECR.
Cdm, via libera al DL Coesione e alla revisione di Irpef e Ires
Il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera al DL Coesione e al decreto legislativo che revisione il regime di Irpef e Ires. Con il decreto Coesione si vuole accelerare l’attuazione delle politiche di coesione che prevedono per l’Italia 75 miliardi di euro, di cui 43 miliardi di risorse europee, fondi europei che vengono assegnati al Paese ogni sette anni e che vanno spesi, destinandoli a politiche del lavoro, sociali e di sostegno alle imprese. Le novità introdotte si pongono l’obiettivo di continuare a sostenere la crescita dell’occupazione, con particolare attenzione al reintegro nel mercato del lavoro di coloro che non sono impegnati né cercano attivamente un’occupazione.
Il decreto legislativo di riforma di Irpef e Ires prevede invece un’agevolazione da 100 euro che arriverà a gennaio ai dipendenti con redditi complessivi non oltre i 28mila euro, se con coniuge e almeno un figlio a carico, o per monogenitori con un unico figlio. Secondo il Ministro dell’Economia, Maurizio Leo, “è una misura temporanea perché l’obiettivo è la detassazione delle tredicesime, come dice la legge delega”. Sull’Irpef, Leo ha dichiarato che l’obiettivo è “consolidare le famose tre aliquote e spingerci ancora oltre. Vedremo quale sarà il risultato del concordato preventivo biennale per le partite Iva cui dobbiamo tendere la mano ma anche fare in modo che dichiarino redditi coerenti con la loro capacità contributiva, per venire incontro al ceto medio”. Entrambi i provvedimenti passano ora al Parlamento, che dovrà convertire in legge il DL Coesione ed esprimere un parere sul decreto legislativo Irpef-Ires.
Venerdì 3 maggio, ore 17.00