Morto, a 65 anni, il Presidente del Parlamento europeo David Sassoli, che da anni lottava con una grave malattia.
“La sua morte apre un vuoto nelle file di coloro che hanno creduto e costruito un’Europa di pace”, le parole del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. “Un giorno triste per l’Europa. Oggi la nostra Unione perde un convinto europeista, un sincero democratico e un uomo buono”, commenta Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione europea.
Cordoglio arriva da tutte le forze politiche e non solo. Prima dei Funerali di Stato, la camera ardente, allestita al Campidoglio, ha visto l’arrivo di 4mila persone.
David Sassoli ha iniziato la propria carriera come giornalista, fino a diventare, nel 2006, Direttore del TG1. Approdato in politica con il Partito Democratico, nel 2009 viene eletto europarlamentare e dal 2019 ricopriva la carica di Presidente del Parlamento europeo.
A cinque giorni dall’approvazione del decreto-legge che impone l’obbligo vaccinale per gli over-50, il Presidente del Consiglio Mario Draghi – scusandosi per il gesto “riparatorio” – tiene una conferenza stampa per spiegare le nuove misure introdotte.
Il premier punta contro i non vaccinati, perché da loro dipende “gran parte dei problemi oggi”, ma anche sulla chiusura delle scuole, che sono “fondamentali per la democrazia del Paese” e tenerle chiuse “vuol dire alimentare la diseguaglianza”. Parole che accompagnano la sentenza del TAR che annulla la decisione del Governatore della Campania Vincenzo de Luca di mantenere le scuole chiuse fino a fine gennaio.
Il 24 gennaio è sempre più vicino e il centrodestra inizia a scoprire le proprie carte: riunitisi a Villa Grande venerdì pomeriggio, i partiti della coalizione propongono formalmente la candidatura di Silvio Berlusconi, “la figura adatta a ricoprire in questo frangente difficile l’Alta Carica con l’autorevolezza e l’esperienza che il Paese merita e che gli italiani si attendono”, e lo invitano a “sciogliere in senso favorevole la riserva fin qui mantenuta”.
Le prime reazioni a caldo dal PD parlano di delusione per il merito e preoccupazione per le implicazioni che la scelta del centrodestra può avere. Dal Nazareno sottolineano come la candidatura di Berlusconi rappresenti una fase di stallo per un eventuale accordo tra le forze politiche, anche perché il futuro Presidente della Repubblica non deve essere “un capo partito” ma un“profilo istituzionale, super partes”.
Intanto Berlusconi continua a sondare il terreno “nemico”, e molti parlamentari PD riferiscono di aver ricevuto una chiamata da parte del Cavaliere.
Problemi ancora sussistono sulle modalità di elezione a causa dell’emergenza sanitaria e dell’alto numero di positivi, tra i quali numerosi parlamentari.
Il centrodestra, forse preoccupato da assenze che potrebbero far venire meno i voti necessari per l’elezione, chiede che anche chi sarà in isolamento possa partecipare al voto. Il quadro normativo italiano, però, ad oggi non ammette tale possibilità. Ecco perché per accedere sarà sufficiente anche il green pass base, quello ottenuto a seguito di un tampone negativo, a cui si aggiunge l’obbligo di mascherina FFP2.
Ciò che è certo è che le elezioni non avverranno nei tradizionali catafalchi (a causa delle misure anti-Covid), ma in quattro cabine. L’ingresso sarà scaglionato: 50 grandi elettori per volta e massimo 200 in contemporanea nell’emiciclo.
Ogni giorno ci sarà un solo scrutinio, da completare in circa sei ore. Se dovesse realizzarsi l’ipotesi di due scrutini, tra il primo ed il secondo è prevista una pausa per la sanificazione delle sedi.
Dopo oltre 90 tentativi in 46 anni, arriva il primo sì – con 339 voti favorevoli, 42 astenuti e 0 contrari – da parte della Camera al DDL Lobbying. L’obiettivo è quello di rendere l’attività di lobbying più trasparente, anche se non tutti gli esponenti politici sono dello stesso avviso.
Il M5S parla di un traguardo storico, mentre Fratelli d’Italia – che si è astenuto dal voto – lo ritiene un risultato di facciata.
Il testo prevede:
Ora l’esame passa al Senato, nella speranza che non abbia inizio il processo della c.d. navetta parlamentare, il cui risultato potrebbe essere quello di un continuo rimando della legge.
Il Senatore Tommaso Nannicini è stato nominato, dal Segretario Enrico Letta, nuovo Responsabile Innovazione e TLC del Partito Democratico.
Il Viceministro dello Sviluppo Economico, Gilberto Pichetto Fratin, in audizione presso la Commissione parlamentare di inchiesta sulla tutela dei consumatori e degli utenti, dichiara che il percorso del Registro delle Opposizioni è, ad oggi, completato. Questo permette di dire che per fine gennaio/inizio febbraio potrà esserci la deliberazione di approvazione.
Evitando il passaggio parlamentare, il MISE ha trasmesso la bozza richiedendo solo i pareri a Istituzioni di primo piano, quali Agcom (che lo ha trasmesso il 13 gennaio), Garante privacy, MITD e MEF.
Il c.d. Decreto Capienze, approvato definitivamente il 1° dicembre, prevede una modifica al Registro Pubblico delle Opposizioni, intervenendo sulla disciplina del telemarketing aggressivo. Nello specifico, il comma 8 dell’articolo 9, stabilisce che i diritti dell’utente iscritto al registro pubblico delle opposizioni, nonché gli obblighi in capo agli operatori di call center, operino indipendentemente dalle modalità in cui il trattamento delle numerazioni è stato effettuato, ovvero con o senza operatore con l’impiego del telefono, ma anche in via più generale mediante sistemi automatizzati di chiamata senza l’intervento di un operatore (telemarketing aggressivo).
Avviato, presso la 10° Commissione Industria del Senato, l’esame del c.d. DDL Concorrenza, i cui relatori sono Stefano Collina, del PD, e Paolo Ripamonti, della Lega.
Tra le principali tematiche in discussione:
La Legge arriva anche sulla base della proposta di riforma concorrenziale, presentata – su istanza del Presidente del Consiglio dei ministri Mario Draghi, dall’AGCM lo scorso 22 marzo 2021.
Sono 85 le nomine di Roberto Gualtieri, Sindaco di Roma. I nomi provengono, principalmente, dal PD o, comunque, dall’area di centrodestra. Critiche arrivano subito da parte del centrodestra, che convoca la Commissione Trasparenza per avere chiarimenti a riguardo.
Dopo il “tentato golpe” dello scorso 4 gennaio, la situazione in Kazakistan è ancora incerta, come il numero delle vittime, degli arresti e dei giornalisti e attivisti scomparsi.
Poco o nulla si sa di cosa è accaduto mentre molti cittadini manifestavano per le riforme e il tetto ai prezzi del GPL.
Il Presidente kazako Kassjm-Jomart Tokayev non fa distinzioni e definisce tutti “terroristi” il cui obiettivo principale è diventato “sovvertire l’ordine costituzionale, distruggere le istituzioni governative, prendere il potere”.
La Cina ribadisce il proprio sostegno al regime, ritenendo che alcune forze non intendano portare la pace in Asia centrale.
Venerdì 14 gennaio, ore 18.45