Weekly Pills
I fatti salienti della settimana
24 – 28 giugno
Le Comunicazioni della Meloni al Parlamento in vista del Consiglio Europeo
Nel suo discorso al Parlamento, la presidente Giorgia Meloni ha delineato le linee guida per il futuro dell’Unione Europea, evidenziando come le recenti elezioni abbiano dimostrato un ampio consenso sulla necessità di riformare le politiche comunitarie. Ha dichiarato: “Dobbiamo dimostrare di aver compreso gli errori del passato e tenere in massima considerazione le indicazioni che sono giunte dai cittadini con il voto. I cittadini chiedono un’Europa più concreta e meno ideologica”.
Meloni ha descritto l’UE come un “gigante burocratico“, responsabile di un calo di fiducia dei cittadini nelle istituzioni europee. Ha quindi sottolineato la necessità di riforme volte a ridurre l’eccesso amministrativo e a stimolare gli investimenti privati, oggi attratti da mercati più dinamici, auspicando un’Europa che promuova l’industria e tuteli i marchi locali. Sul fronte della difesa, ha riaffermato il sostegno dell’UE all’Ucraina e promosso la soluzione “due popoli, due Stati” per il conflitto in Medio Oriente. Tra i temi centrali, ha citato la gestione migratoria, il Protocollo Italia-Albania, e la natalità come priorità nazionale. La Presidente ha chiesto un ruolo dell’Italia più rilevante e riconosciuto nell’Unione Europea. che ne rispetti il peso e l’influenza in Europa, sottolineando il bisogno di un’azione più concreta e meno burocratica per affrontare le sfide future.
L’Europa vuole l’Ursula bis ma l’Italia si astiene
Il Consiglio europeo ha dato via libera alla nomina di Ursula von der Leyen a Presidente della Commissione europea. Ora si dovrà attendere il voto finale del Parlamento europeo, previsto per metà luglio, ma il segnale è chiaro: i leader Ue hanno voluto mettere in ghiaccio l’accordo tra popolari, socialisti e liberali riconfermando la von der Leyen. Semaforo verde anche alla premier estone Kaja Kallas come Alto rappresentante dell’Unione per gli Affari esteri e la politica di sicurezza; il trittico si completa con l’ex primo ministro portoghese António Costa, che guiderà i lavori del Consiglio europeo.
A far rumore è l’Italia, che si è astenuta sul nome della von der Leyen e ha votato contro Costa e Kallas. Giorgia Meloni ha dichiarato: “la proposta formulata da popolari, socialisti e liberali per i nuovi vertici europei è sbagliata nel metodo e nel merito. Ho deciso di non sostenerla per rispetto dei cittadini e delle indicazioni che da quei cittadini sono arrivate con le elezioni”. Parole di distensione sono arrivate invece dal vicepremier Antonio Tajani, che ha chiesto dialogo tra il Ppe ed Ecr, di cui fa parte Fratelli d’Italia. Non di secondaria importanza, infine, è la trattativa per l’assegnazione dei Commissari: tra i nomi in ballo c’è quello del Ministro per gli Affari europei, Raffaele Fitto.
Meloni incontra Orbán a Roma prima del vertice UE
La Premier Giorgia Meloni ha accolto il Primo Ministro ungherese Viktor Orbán per un incontro di oltre un’ora. Questo incontro fa parte del tour europeo di Orbán in preparazione alla presidenza ungherese del Consiglio dell’Unione Europea. Orbán, dopo Berlino, ha visitato Roma e Parigi per discutere il programma della futura presidenza. Durante le dichiarazioni conclusive, Meloni ha lodato Orbán come partner strategico, evidenziando il suo impegno nel rispondere alla crisi delle nascite in Europa. I due leader hanno espresso accordo su vari temi, come competitività e politiche agricole, ma differiscono sul sostegno all’Ucraina. Il Presidente ungherese ha escluso l’ingresso del suo partito nel gruppo politico di Meloni, principalmente a causa delle tensioni con un partito rumeno anti-ungherese all’interno del gruppo conservatore.
Ballottaggi, i capoluoghi al centrosinistra
La tornata elettorale di giugno, che ha coinvolto più di 3.700 comuni, con 105 di questi al ballottaggio, ha visto il centrosinistra conquistare tutti i 5 capoluoghi di regione, 6 considerando Cagliari, vinto al primo turno. “Da Firenze a Bari, da Campobasso a Perugia, da Potenza a Cagliari. È irrevocabile: le città hanno bocciato la destra”: questo il commento della segretaria Dem Elly Schlein, che ha parlato di “vittoria storica”, per il PD e il “campo progressista”. Il centrodestra, invece, ha vinto a Lecce, Rovigo, Verbania e Caltanissetta.
È stato il Presidente del Senato, Ignazio La Russa, a commentare il risultato del centrodestra commentando l’astensionismo e il doppio turno: “il doppio turno non è salvifico e anzi incrementa l’astensione. Dal 62,83% del primo turno, si è scesi molto sotto il 50% e cioè al 47,71%”. Secondo La Russa, è necessario ripensare la legge elettorale per le amministrative con lo scopo di “evitare storture” e “incrementare la partecipazione”. Non si è fatta attendere la replica della Schlein: “Non è che quando si perde si aboliscono le elezioni, non si scappa con il pallone in mano”
Venerdì 28 giugno, ore 16.30