Weekly Pills
I fatti salienti della settimana
23 – 27 settembre
Visita di Stato di Mattarella e Tajani in Germania
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, si trova in Germania per una visita di Stato di tre giorni, dal 26 al 29 settembre, accompagnato dal Ministro degli Esteri Antonio Tajani. Il primo incontro si è tenuto con il Presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier a Berlino, dove hanno discusso di temi centrali come la guerra in Ucraina e la crisi migratoria. Entrambi i leader hanno riaffermato il loro sostegno comune all’Ucraina, con Steinmeier che ha sottolineato come Italia e Germania “restino salde al fianco dell’Ucraina” e Mattarella che ha affermato: “Siamo alla ricerca di una conclusione a questa sconsiderata avventura russa contro l’Ucraina, ma la pace non vuol dire sottomissione”.
Nel proseguimento della visita, Mattarella si recherà a Bonn sabato 28 per partecipare a un seminario sulle relazioni italo-tedesche presso il Campus delle Nazioni Unite, e il culmine della visita avverrà domenica 29 settembre, quando Mattarella e Steinmeier voleranno insieme a Bologna e poi si sposteranno a Marzabotto per commemorare l’eccidio di Monte Sole, una serie di stragi compiute dalle truppe naziste tra il 29 settembre e il 5 ottobre 1944. Inoltre, Mattarella ha ribadito la necessità di far crescere “campioni europei” in vari settori economici, come la fusione tra banche, per competere a livello globale, in linea con quanto espresso durante un precedente discorso a Cernobbio.
Come sono andate le nomine Rai
Le votazioni del 26 settembre per la nomina dei quattro consiglieri di amministrazione della Rai sono state la cartina di tornasole dell’attuale panorama politico italiano, in particolare per quanto riguarda i partiti di opposizione. Dei quattro consiglieri, due sono stati nominati dalla maggioranza e due dall’opposizione. Alla Camera sono stati eletti Federica Frangi, giornalista vicina a Fratelli d’Italia, e Roberto Natale, sostenuto da Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra. Al Senato, le scelte sono ricadute su Antonio Marano, ex deputato della Lega, e Alessandro Di Majo, vicino al M5S. Questi risultati hanno messo in luce una significativa frattura tra i partiti di opposizione.
Il Partito Democratico ha deciso di astenersi dal voto, protestando contro quella che ha definito una gestione “autoritaria” della Rai da parte del governo. Al contrario, Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra hanno partecipato alla votazione, trovando un’intesa con la maggioranza per l’elezione dei propri rappresentanti. L’ accordo ha permesso loro di ottenere due consiglieri nel CDA, suscitando dubbi tra le altre forze di opposizione.
Questa dinamica politica evidenzia due aspetti cruciali: da un lato, la fragilità del cosiddetto “campo largo” del centrosinistra; dall’altro, la capacità di Giuseppe Conte di stringere accordi con la maggioranza, specialmente su questioni di nomine istituzionali. “Il PD si è isolato, ma il nostro obiettivo è la riforma della Rai”, ha dichiarato Conte, difendendo la scelta di collaborare con il governo su questo tema. Mentre il PD mantiene una linea di opposizione, il M5S ha optato per un approccio più pragmatico, guadagnando così una posizione di influenza nelle decisioni future riguardanti la tv pubblica.
Via libera al DDL Valditara: le novità
La Camera dei deputati ha approvato definitivamente il disegno di legge voluto dal Ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, sul voto in condotta. La nuova legge introduce diverse novità nel sistema scolastico italiano, tra cui la possibilità di bocciare gli studenti con un voto di 5 in condotta. Nelle scuole medie e superiori, il voto di comportamento sarà numerico e diventerà decisivo: chi non raggiunge almeno il 6 sarà automaticamente bocciato. Alle superiori, un voto di 6 comporterà un debito formativo, mentre solo chi otterrà almeno 9 potrà accedere al massimo punteggio per il credito scolastico.
La riforma prevede anche nuove misure disciplinari, come la partecipazione obbligatoria a lezioni aggiuntive o attività di cittadinanza per gli studenti sospesi, e multe per aggressioni al personale scolastico. Soddisfazione da parte del Ministro: “la legge approvata dal Parlamento rappresenta un passaggio fondamentale per la costruzione di un sistema scolastico che responsabilizzi i ragazzi e restituisca autorevolezza ai docenti”. Soddisfatto anche Antonello Giannelli, Presidente dell’Associazione nazionale presidi, che ha elogiato l’introduzione di multe e il ritorno ai giudizi sintetici nella scuola primaria. Le opposizioni hanno criticato il provvedimento, con Gaetano Amato (M5S) che lo ha definito “inutile e al contempo pericoloso”.
Cosa si è discusso durante il Consiglio dei Ministri
Stamattina, venerdì 27 ottobre, si è riunto a Palazzo Chigi il Consiglio dei Ministri per affrontare temi di rilievo per il sistema economico e sociale del Paese. Al centro della discussione, la gestione dei flussi migratori, la regolamentazione del lavoro straniero e la sicurezza sanitaria. In particolare, il governo Meloni ha introdotto una riforma del Decreto flussi che prevede giornate dedicate a settori come agricoltura e turismo, mantenendo il sistema dei “click day” ma con maggiore focus settoriale. Importante novità è l’introduzione di un meccanismo sanzionatorio simile al “daspo” per le aziende che non rispettano gli obblighi contrattuali, escludendole dai futuri decreti flussi. Inoltre, si rafforzeranno i controlli attraverso l’interoperabilità tra le banche dati ministeriali e un maggior focus sulla trasparenza delle operazioni.
A livello internazionale, si è discusso dell’accordo bilaterale con la Costa d’Avorio, mirato a una gestione più regolata dei flussi migratori. Un altro punto all’ordine del giorno è stato il problema della violenza contro i professionisti sanitari, con un decreto che mira a proteggere il personale medico. Sul fronte della giustizia, si è parlato di interventi per migliorare l’efficienza del processo civile, mentre a livello economico si è valutato l’aggiornamento del piano di bilancio per garantire stabilità finanziaria.
Oltre mezzo milione di firme per il Referendum sulla cittadinanza
Il Referendum Cittadinanza, promosso da Riccardo Magi di +Europa, ha superato la soglia delle 500 mila firme, a riprova del forte sostegno pubblico per la proposta di modifica della legge sulla cittadinanza italiana. La richiesta principale è di ridurre il periodo di residenza legale in Italia necessario per poter richiedere la cittadinanza, passando da dieci a cinque anni. Inoltre, la cittadinanza acquisita verrebbe automaticamente trasmessa ai figli minorenni. Questa iniziativa mira a rivedere l’articolo 9 della legge numero 91/1992, che attualmente si basa sul principio del ius sanguinis, ovvero il “diritto di sangue”. La normativa attuale offre pochi spiragli agli stranieri, che possono diventare cittadini solo dopo una lunga permanenza e attraverso procedure complesse. Invece, la proposta di Magi interessa circa 2,5 milioni di persone.
A differenza dello ius soli e dello ius scholae, che si concentrano rispettivamente sulla nascita in Italia e sul completamento di cicli di studi, questa proposta si rivolge a chi già risiede nel Paese da cinque anni. Se approvato, il referendum porterebbe l’Italia in linea con le normative di altri Paesi europei, come la Germania, che ha recentemente adottato una legge simile.
Tuttavia, le sfide non mancano: la questione della cittadinanza continua a suscitare dibattiti accesi sulla sicurezza, l’integrazione e i diritti civili. A gennaio, la Corte Costituzionale valuterà l’ammissibilità della proposta, con un possibile voto previsto per la primavera.
Venerdì 27 settembre, ore 17.00