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I fatti salienti della settimana

28 Novembre – 2 Dicembre
Manovra, al via l’iter parlamentare
Ha preso il via, presso la V Commissione Bilancio della Camera, l’esame parlamentare del disegno di legge di bilancio. I tempi sono strettissimi, in considerazione del fatto il provvedimento dovrà essere approvato in via definitiva entro il 31 dicembre, per evitare l’esercizio provvisorio: il termine per la presentazione degli emendamenti è stato fissato alle h16.30 del 7 dicembre, mentre quello per i segnalati (che saranno in tutto 450, 200 della maggioranza e 250 dell’opposizione) è alle h15:00 di domenica 11 dicembre. Individuati anche i relatori, che saranno Trancassini (FdI), Pella (FI) e Comaroli (Lega).
La V Commissione svolgerà un brevissimo ciclo di audizioni – appena due giorni, venerdì 2 e lunedì 5 dicembre –, mentre la votazione degli emendamenti si terrà tra il 15 e il 18 dicembre, in modo da permettere al testo di arrivare in Aula il 20 dicembre ed essere approvato in prima lettura prima di Natale. L’avvio dell’esame a Palazzo Madama è previsto per il 27 dicembre: il Senato avrà quindi appena 5 giorni per approvare la legge di bilancio in via definitiva.
Il testo bollinato della legge di bilancio prevede intanto alcune modifiche rispetto alle ultime bozze circolate, la più rilevante delle quali riguarda la creazione di due fondi per l’attuazione della Strategia nazionale di cybersicurezza. Il tesoretto a disposizione per la copertura degli emendamenti parlamentari ammonta invece a 400 milioni di euro.
Calenda incontra Meloni, attacchi del PD
Si è svolto martedì mattina l’incontro tra Carlo Calenda e Giorgia Meloni, richiesto la scorsa settimana dal leader di Azione per poter discutere della legge di bilancio e illustrare alcune delle misure contenute nella “contromanovra” del Terzo Polo. Al termine dell’incontro, durato un’ora e mezza, Calenda ha espresso soddisfazione, per una Presidente del Consiglio “molto preparata sulle nostre proposte” e aver “trovato un’apertura su molte cose”.
Il faccia a faccia tra Calenda e Meloni viene attaccato duramente dal PD, che accusa il Terzo Polo di strizzare l’occhio alla maggioranza e con il Segretario letta commenta: “Si sono già proposti per sostituire Forza Italia, loro che sono stati votati per stare all’opposizione e che invece sono già pronti a passare in maggioranza”. Altrettando dura la risposta di Calenda, che sottolinea come il Terzo Polo è e rimarrà all’opposizione e ritiene quelle di Letta “fesserie di un uomo che non è più neanche capace di elaborare una strategia politica”.
L’incontro tra il leader di Azione e la premier provoca però mal di pancia anche all’interno della maggioranza, in particolare in FI – accusata da Calenda di voler “sabotare” la manovra –, dove aumentano sempre più i sospetti che il Terzo Polo possa trasformarsi in una stampella del Governo in chiave anti-Forza Italia.
Armi a Kiev per tutto il 2023
L’Italia fornirà “mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari” all’Ucraina per tutto il 2023. Lo ha deciso il Governo con l’adozione, nella serata di giovedì, di un nuovo decreto legge che proroga fino al 31 dicembre del prossimo anno, “previo atto di indirizzo delle Camere”, l’autorizzazione a fornire armi a Kiev, introdotto dal Governo Draghi dopo l’invasione russa e in scadenza il 31 dicembre 2022.
L’adozione del decreto-legge arriva dopo l’approvazione, da parte della Camera, di una mozione della maggioranza in base alla quale il Governo si impegna, fino a fine 2023, a continuare a fornire armi e materiali all’Ucraina per difendersi dall’aggressione russa. La mozione – di cui alcune parti vengono votate anche da PD e Terzo Polo – prevede anche la “promozione e il sostegno di iniziative diplomatiche volte a creare le condizioni per un negoziato di pace” e l’impegno a “conseguire l’obiettivo di una spesa per la difesa pari al 2% del PIL entro il 2028”.
Rischio ritardi sul PNRR
Entro la fine dell’anno l’Italia dovrà completare il raggiungimento dei 55 obiettivi del secondo semestre 2022 per poter accedere alla terza rata di finanziamenti PNRR, pari a 19 miliardi di euro. Da alcune settimane, tuttavia, il Governo lancia segnali di allarme sulla attuazione del Piano nei tempi previsti, comunicando – tramite il Ministro per gli affari europei con delega al PNRR, Raffaele Fitto – che “la previsione di spesa a 21 miliardi a fine anno” difficilmente sarà rispettata e che “c’è bisogno di un confronto a livello europeo e nazionale”.
Prova a rassicurare l’Unione europea il Ministro dell’economia Giorgetti, che assicura come l’Italia stia “lavorando intensamente per conseguire i 55 obiettivi del secondo semestre 2022, per poter presentare a Bruxelles la terza richiesta di pagamento entro la fine di dicembre prossimo; siamo già a buon punto e centreremo sicuramente anche questo traguardo” e ribadisce “l’importanza di accelerare l’attuazione del Piano pur in presenza di ostacoli quali il rialzo dei prezzi dei materiali con le sue inevitabili conseguenze sui costi finali delle opere pubbliche”. Proprio l’aumento del costo delle materie prime, conseguenza del conflitto in Ucraina, è il principale elemento di difficoltà denunciato dai Ministri nella realizzazione degli interventi Piano.
Intanto, la task force PNRR della Commissione europea ha analizzato lo stato di attuazione del Piano italiano con le strutture ministeriali e degli enti territoriali competenti e, pur avendo riconosciuto “il livello di impegno straordinario che c’è da parte di tutte le amministrazioni” – come ha commentato il Commissario all’economia Paolo Gentiloni – ha concentrato la propria attenzione sullo stato di avanzamento delle riforme e sugli ostacoli attuativi delle decisioni già formalizzate in provvedimenti dei mesi scorsi, in particolare sulle regole della concorrenza e sul Codice degli appalti.
L’obbligo vaccinale non è incostituzionale
Respingendo tutti i ricorsi presentati in questi ultimi mesi, la Corte costituzionale ha ribadito che l’obbligo vaccinale, imposto dal Governo Draghi per gli over-50 e alcune categorie di lavoratori (in primo luogo il personale sanitario) è legittimo. La Consulta ha ritenuto “non irragionevoli, né sproporzionate, le scelte del legislatore adottate in periodo pandemico sull’obbligo vaccinale del personale sanitario”.
Pur non avendo effetti immediati – in considerazione del fatto che l’obbligo vaccinale non è più in vigore – una eventuale sentenza contraria avrebbe aperto la strada a numerosissimi ricorsi e richieste di indennizzo.
Venerdì 2 dicembre, ore 17:00